Jaap Stam, che ha vestito la casacca del Milan dal 2004 al 2006, ai microfoni del Guardian, ha parlato della sua nuova avventura, alla guida del Reading, e dei suoi trascorsi in Serie A, con Zlatan Ibrahimovic.
Queste, in merito, le sue dichiarazioni: “Io credevo che non sarei mai diventato un allenatore, ma la chiamata dello Zwolle ha cambiato tutto. E ora, a distanza di sei anni, rieccomi in Inghilterra, al Reading. La gente non può aspettarsi di vedere il Reading promosso l’anno prossimo, sono retrocesse Aston Villa, Norwich e Newcastle, in più ci sono tante squadre forti: sarebbe un successo arrivare tra le prime dieci. E’ importante per un club come noi puntare sui giovani dell’academy, non abbiamo la disponibiltà economica delle big della Chamoionship. Speriamo di far crescere tanti giovani di talento e di portarli in prima squadra. Spesso si dice, riferito a qualcuno: ‘Quello si vede già ora che farà l’allentore’. Per me, non è così. Solo in merito a un mio ex compagno, Ole Gunnar Solskjaer, ero convinto che sarebbe diventato allenatore, per gli altri, invece, non ne ero sicuro“.
E ancora: “Non sempre chi parla tanto nello spogliatoio poi fa l’allenatore, è qualcosa che hai bisogno di sviluppare nel tempo. O comunque, puoi avere la sensazione che farai il manager, ma poi non vuole che sia automatico diventare un buon manager. Ferguson? Non guardava i nomi, lui cercava qualità e faceva giocare chi sapeva gliela avrebbe garantita. Mourinho? Da lui, tutti si aspettano tanto, sta spendendo molto, la speranza dei tifosi è che tornino presto ad alzare trofei. Ibra? Ci siamo incrociati in Serie A, era eccitante giocare contro giocatori del genere, era una bella sfida per un difensore giocare contro attaccanti come lui. Lui è migliorato tanto, anche dal punto di vista dell’immagine“.