Il Milan che inizierà domenica il campionato in casa contro il Torino e il suo ex tecnico Mihajlovic è ancora un mistero, anche per chi lo conosce bene, Arrigo Sacchi. “Impossibile decifrarlo. Montella è in gamba, dà un’impronta molto definita alle sue squadre – ha detto lo storico ex tecnico rossonero alla Gazzetta dello Sport – i giocatori devono essere umili e disponibili al sacrificio. E tutti dovranno sforzarsi di ritrovare l’orgoglio di appartenenza: sono in una società che ha scritto la storia del calcio, devono esserne felici. Questo è il punto di partenza”.
Sacchi poi passa ai paragoni con i suoi tempi e i suoi rossoneri: “Quando allenavo il Milan io cercavo prima gli uomini e poi i calciatori. Sapete perché non ho voluto Borghi che pure era sponsorizzato da Berlusconi? Perché non era un professionista serio. La testa viene prima delle gambe e dei piedi. Gullit, quando c’erano le partitelle di calcio-tennis, non lo voleva nessuno perché era un po’ grezzo. Poi, però, in campo era quello che calciava meglio di tutti”.
L’allenatore parla poi di Carlo Ancelotti, a sua volta sulla panchina rossonera e ora su quella del Bayern Monaco, come un esempio da seguire: “Pensare che Carletto, per imparare il ruolo di regista, veniva all’allenamento due ore prima e provavamo le situazioni di gioco assieme ai ragazzi della Primavera. Questi sì che sono esempi! Oggi, al Milan, devono tornare a quelle regole, a quella filosofia”.