“Il nostro primo dovere è di non seguire il gregge di coloro che ci precedono”: lo scriveva Seneca esattamente duemila anni fa, ma è una massima terribilmente attuale, soprattutto per chi si occupa di comunicazione. Senza scomodare Seneca, gli unici stoici che ho visto/sentito/letto nelle ultime ore sono coloro che si ostinano a credere alle favole con il lieto fine. Pur trattandosi di “cinesi” anche questa volta l’”happy end” non è affatto scontato.
Nonostante i durissimi attacchi anche privati che ho incassato sui social, non smetterò mai di usare il mio cervello prima di subordinarlo al flusso comunicativo che lo investe. E consiglio vivamente a tutti di farlo, soprattutto ai tifosi rossoneri che hanno a cuore i colori più belli del mondo. Ieri, 5 agosto, abbiamo assistito all’ennesima tempesta mediatica di questi due anni. Una tempesta mediatica evidentemente nata dall’ennesima foto di Silvio Berlusconi accompagnato da un orientale in giacca e cravatta e da un comunicato Fininvest che ha il legittimo e onorevole diritto di perseguire i propri interessi. E gli interessi di Fininvest, per stessa ammissione del suo sommo rappresentante, sono quelli di incassare la cifra più alta possibile dal suo asset più costoso e, storicamente, meno produttivo.
Il Milan infatti nei meravigliosi e indimenticabili 30 anni dell’epopea Berlusconi non ha mai e dico mai chiuso un bilancio in attivo. Stava in piedi grazie alla munificenza del suo patron, che ne ricavava un giusto ritorno di immagine oltre ai consueti e consentiti sgravi fiscali per la “casa madre”. Purtroppo e dico purtroppo nessuno dei figli, né di primo né di secondo letto, coltiva per il Milan lo stesso amore e la stessa passione. Ma soprattutto Fininvest, dal 2012 in avanti, ha difficoltà economiche tali per cui non c’è più molto da “sgravare”. Il Milan diventa perciò un pesantissimo fardello che non dà alcun beneficio alla sua “controllante”. In questo contesto come si può pensare che arrivi una cordata da chissadove a rilevare una costosissima macchina che produce debiti e mai utili? Come si può pensare che questa macchina sia ceduta per la cifra astronomica di 740 milioni?
Confermo il mio scetticismo, ma in ogni caso mi sforzo di credere che questo accada. Poi faccio un piccolo sforzo di memoria e mi ricordo che di comunicati come quello di ieri, in questi due anni Fininvest ne ha diramati almeno altri 4. Di tempeste mediatiche in cui tutti scrivevano “Dopo 30 anni Silvio Berlusconi vende il Milan” ne ho viste almeno altre due, una a maggio 2015, l’altra a giugno 2016. Le foto di Villa Certosa ricordano quella scattata il 2 agosto 2015 con Mr Bee, davanti a un contratto appena firmato. Le credenziali di Han Li e Yonghong Li sono quelle di due “semisconosciuti” (citazione de La Gazzetta dello Sport di oggi). Mai comparsi finora. Dopo tre mesi di trattative, riunioni, interviste, traduzioni sono improvvisamente scomparsi nel nulla Galatioto e Gancikoff. Ma come? E quando ci dicevano che Lapadula era il primo acquisto dei cinesi? E quando ci dicevano che Montella era stato scelto in comune accordo da Gancikoff e Galliani? E tutta quella pianificazione condivisa che fine ha fatto?
Finora abbiamo un comunicato, una foto e una promessa di versamento. Ma di promesse in questi due anni ne abbiamo sentite e lette fin troppe. Troppe per crederci di primo acchitto e seguire la massa come le pecore di Seneca. In queste ore ho letto che arriveranno 100 milioni da destinare al calciomercato. Ma come? Il nuovo proprietario arriva, compra una società e quei soldi non vanno al vecchio proprietario ma vengono immessi nella società acquisita? Va bene, mi sono convinto anche di questo. Quindi so che quando mi comprerò una casa e verserò il 25% all’atto del compromesso, quei soldi non andranno al vecchio proprietario, ma lui li lascerà lì per permettermi di comprare i mobili. Perfetto. A questo punto voglio sapere chi sono i nuovi proprietari del Milan. Voglio sapere a chi dovrò affidare le mie speranze e i miei sogni da tifoso per i prossimi 30 anni.
Per il mio settimo compleanno mi portano allo stadio a vedere Milan-Sampdoria e sotto la Curva Sud c’è scritto: “Silvio Milano ti ama”. E io chiedo a mio papà: “Chi è questo Silvio?”. Lui mi risponde: “E’ un imprenditore bravissimo e ricchissimo che sta comprando il Milan. Vedrai che con lui diventeremo più forti della Juve e il nonno non ti prenderà più in giro” Quando un giorno mio figlio mi chiederà: “Papà, di chi è il Milan?” Io gli risponderò: “Della Sino Europe Investment Management Changxing, una “società veicolo” che non figura da nessuna parte. Solo nel registro delle imprese di Hong Kong c’è una “limited” che porta questo nome, ma è stata chiusa nel 2015. Altro non ho trovato”. Proverò lo stesso a fargli amare questi splendidi colori. Ma soprattutto gli dirò di non seguire mai il gregge.