Milan in chiaroscuro: la squadra gioca bene e reagisce, ma restano vecchi fantasmi

Milan in chiaroscuro, lo definisce così La Gazzetta dello Sport nel primo, approfondito bilancio di questo inizio di campionato. Il materiale si basa soprattutto sui fatti del San Paolo, evidenziando pregi e difetti generali e proiettandosi in avanti.

Le note positive. È finita con 4 schiaffi e la faccia rossa, ma serve onestà e quindi ammettere che nei primi 18′ è stato davvero piacevole veder giocare la squadra di Montella. Poi è arrivato il gol di Milik, poi c’è stata anche il doppio svantaggio recuperato ma quella rappresenta più una reazione di pancia. Si è giocato a pallone, dimostrando un passo in avanti evidente rispetto alle prestazioni medie del recente passato. L’allenatore ha già dato un’impronta precisa e riconoscibile in poco tempo e questa è la nota più lieta dell’estate. I giocatori alzano la testa e sanno a chi passare, si cercano e si trovano perché occupano correttamente gli spazi. Così capita di essere sciolti e lucidi al San Paolo, senza andare in affanno in fase di non possesso e gestendo la fatica. Adesso il compito sarà allungare il periodo di luce, evitando di giocare tante mini-sfide all’interno della stessa gara e ripartendo pure dalla personalità del secondo tempo: mai rinunciare a costruire la manovra, compreso nelle situazioni a sfavore. E finalmente si vedono uomini in grado di creare superiorità numerica: da Niang a Suso, un aspetto forse banale ma sicuramente vitale.

MontolivoLe note negative. Per andare in crash basta un nulla. Figuriamoci un gol. Il gruppo spesso si smarrisce alle prime difficoltà, probabilmente normale dopo 3 stagioni da incubo. Un problema mentale e non certo fisico, confusione e a volte terrore che induce a coprirsi e che capita perché riemergono all’improvviso i vecchi fantasmi. Ma a volte succede in mancanza di un motivo concreto: ok, a Napoli l’uno-due di Milik è stato pesante, ma durante la tournée americano il blackout capitava dopo una semplice azione avversaria. Cose inspiegabili agli occhio dell’Aeroplanino, che deve curare una psiche profondamente segnata. L’alto nervosismo ne è la conseguenza, ma non un alibi: inaccettabile avere 3 espulsi in 180′, sintomo di scarsa tranquillità. Poi esiste un fattore prettamente tecnico: a parte i neo acquisti, per ora si è visto solo Gomez, la rosa è rimasta pressoché la stessa e quindi anche le lacune dell’anno scorso. Specie a centrocampo, il perenne tallone d’Achille: Montella chiedeva un regista, ma sfumato Bentancur non verrà accontentato; tocca a Montolivo, che difende bene a discapito dell’impostazione. Servirebbe più qualità, un disco ormai vecchio.

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