Kucka: “So che i tifosi sognano altri nomi, ma combatto per il Milan. L’anno scorso non eravamo un gruppo, ora…”

E’ stato indubbiamente la sorpresa più positiva della scorsa, difficile, stagione del Milan. Arrivato per pochi spiccioli tra lo scetticismo generale, Juraj Kucka è riuscito invece a conquistarsi la fiducia di Sinisa Mihajlovic e di tutto l’ambiente rossonero. Non è un caso che il tecnico serbo, ora passato al Torino, farebbe carte false per riaverlo con se’, ma il Milan lo ha blindato considerandolo incedibile.

L’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha pubblicato una lunga intervista al mediano slovacco, che ha innanzitutto parlato delle sue caratteristiche: “Il mio motto è ‘pazienza, forza e speranza’ e credo siano concetti perfetti per questo Milan. Occorre tornare ad aver fame di vincere e dimostrare che teniamo a questo club. Io un leader? A Genova un pochino lo ero, ma non credo di essere un leader solitario, quello a cui va dietro un intero gruppo. Diciamo che posso essere un punto di riferimento, magari assieme ai compagni più anziani. Questo è il mio gioco, il mio modo di pormi in campo perché non tolgo mai la gamba. Essere definito un combattente mi piace. Fuori dal campo invece sono tranquillissimo. Non sono contento dei miei piedi perché mi manca l’ultimo passaggio, mi manca la tecnica. Gioco in un solo modo: butto davanti la palla e corro. Poi arrivo davanti alla porta e uso poco la testa, perché mi viene da spaccare il mondo. E allora carico troppo la gamba e tiro alto. Mi piacerebbe fare qualche gol in più, ma la mia natura essenzialmente è difendere”.

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Kucka può giocare letteralmente ovunque nella zona nevralgica del campo: “Uno dei due centrali nel 4-4-2, davanti alla difesa nel 4-2-3-1, mezzala nel 4-3-3 o anche esterno alto del tridente. E’ successo per un periodo a Genova e mi sono divertito molto perché facevo gol. Due in quattro partite, se non ricordo male. La realtà è che mi adatto dappertutto. So che da me la gente non si aspettava tanto e so che sognavano altri nomi. Ma ora sono contento perché ho dimostrato di essere all’altezza del Milan. Questo club era ed è l’occasione della mia vita, credo di viverla bene”.

L’arrivo di Montella in panchina ha rilanciato le ambizioni del Milan? “Intanto iniziamo a tornare subito in Europa, l’anno scorso abbiamo sbagliato troppo. La chiave secondo me sta nel costruire una squadra vera, tutti insieme. La scorsa stagione non è stato un vero gruppo, per come lo intendo io. Parlo del campo, ovviamente. C’erano troppe anime, in campo occorre pensare come una testa sola. Con Montella ci possiamo riuscire. Se assimiliamo bene questo concetto, si può fare una bella stagione. Vorrei centrare l’obiettivo europeo e vedere di nuovo San Siro pieno. Mercato? Domanda complicata. Se arrivasse qualche rinforzo di livello, ovviamente non guasterebbe. E poi più c’è concorrenza, più si è stimolati a dare”.

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