Il tifoso del Milan è una persona estremamente affezionata ai propri colori, alla propria fede, alla propria squadra del cuore. Non potrebbe non esserlo. Per chi come me ha avuto la fortuna di ammirare almeno tre Milan bellissimi, vincenti e straordinari, ma anche per le generazioni precedenti che, nonostante la Serie B ed il quasi fallimento, erano già affezionati ai vari Cesare Maldini, Nereo Rocco e Gianni Rivera, il Diavolo è una questione di cuore, un’amante imperfetta che ti ha dato tante soddisfazioni e che non potresti mai tradire. Il vero milanista contesta, si arrabbia, non capisce, ma poi è sempre lì a continuare a sperare, a trovare il lato positivo anche per una singola partita perché gli basta una scusa per tornare ad innamorarsi ed ubriacarsi di Milan.
Gli ultimi anni, però, hanno messo a dura prova anche il sostenitore più accanito e verace, hanno messo a repentaglio le coronarie, la pazienza, ma anche è soprattutto l’amore, il cuore, cosa ancor più terribile e triste. Questo perché, al di là delle brutte figuracce fatte in giro per l’Europa (quando ancora si faceva) e per l’Italia, i risultati pessimi e i troppi bocconi amari mandati giù, elementi che ci possono anche stare relativamente ad un ciclo naturale di risultati sportivi altalenanti, il tifoso rossonero si sente preso in giro da una società che non lo rappresenta(va) più e da dirigenti che hanno agito indisturbati rovinando tutto ciò che di fantastico avevano costruito nei decenni precedenti. Ora, sembra che finalmente si sia arrivati ad un punto di rottura, un punto di non ritorno che dovrebbe cambiare per sempre la pelle e la fisionomia di quello che una volta era un bellissimo giocattolo di nome Milan.
Appena tre settimane esatte fa sono state apposte delle firme che tracciavano in via preliminare un passaggio di proprietà tante, troppe volte sperato (o addirittura sognato) dal tifoso milanista medio. Senza entrare troppo nel merito su quella che sarà una trattativa ancora lunga, ma che entro la fine dell’anno dovrebbe segnare il passaggio definitivo del Milan ai cinesi, si sta consumando l’ultima (si spera) ed ennesima presa in giro di questa assurda società. Un mercato incomprensibile, inconsistente ed inadeguato, infatti, sta consegnando nelle mani del nuovo tecnico, Vincenzo Montella, una squadra modesta che non può assolutamente puntare ai primi tre posti e che per togliersi delle soddisfazioni dovrebbe dare sempre il massimo ed esprimere al meglio, al limite anche delle proprie possibilità, i dettami tecnici del Mister.
Eppure , vedendo il, a tratti scintillante, primo Milan ufficiale di Montella, forse sarebbe bastato davvero poco altro per rendere questa squadra una possibile sorpresa in positivo della stagione. Un paio di centrocampisti discreti ed un centrale di difesa affidabile, giusto per proseguire un lavoro cominciato, in parte, nella passata estate. Questa rosa, invece, per evidenti limiti tecnici e la quasi assenza di riserve all’altezza dei titolari, non può nemmeno stuzzicare sogni e speranze di gloria. Il massimo a cui si può ambire è un’Europa League da conquistare partendo da un progetto (questa volta si spera) a lungo termine che dia un gioco, un’identità ed una forma al Diavolo. Il tifoso del Milan però non è abituato a questo e chiede solo un’altra chance, chiede solo di poter ricominciare a sognare. Con il Milan nel cuore.