Carlos esalta e Gigio salva, ma è un Milan limitato

Discreta la prima. Il campo ha finalmente parlato, dopo mesi di (troppe) chiacchiere societarie e (poche) novità di mercato. E per il Milan si è espresso con forza e chiarezza: la squadra ha divertito, ha emozionato e – soprattutto – ha vinto. Il Diavolo ha “matato” 3-2 il Torino dell’ex Mihajlovic in un match incredibile e rocambolesco, con emozioni e colpi di scena che hanno scaldato e scosso anche i tifosi scettici per un mercato di basso profilo e prevenuti verso un gruppo protagonista di annate deludenti. Dalla tripletta del “promesso ceduto” Bacca alla rimonta granata, incompiuta grazie alla prodezza a tempo scaduto di Gigio Donnarumma sul penalty di Belotti, la partita è stata un tripudio di emozioni: Montella non ha steccato l’esordio rossonero in gare ufficiali, consegnando all’esigente pubblico del Meazza una gara avvincente, buone trame di gioco ma anche i soliti evidenti e preoccupanti limiti, impossibili da eliminare in sei settimane di lavoro e con una rosa pressoché identica a quella della scorsa stagione.

Bacca Torino7 spaziomilan

L’equilibrio è fondamentale in ogni buona analisi calcistica. E il Milan di ieri, al netto delle sopracitate lacune strutturali e di una caratura media sostanzialmente modesta, è piaciuto. Il lavoro di Montella si è già visto su una squadra scesa in campo per cercare di imporre il proprio gioco e la propria idea di calcio, peraltro meno palleggiata e più verticale e ficcante di quanto ipotizzato, con il vivace e completo tridente Suso-Bacca-Niang. Se il Peluca ha confermato di essere un killer spietato nei sedici metri – nessuno al Milan ne ha mai messo in dubbio le doti di finalizzazione – Suso e Niang sono parsi pronti per un ruolo da protagonisti. L’ex Caen ha ripreso a macinare kilometri e giocate come prima dell’incidente di febbraio, mentre lo spagnolo ha mostrato tutti i miglioramenti della cura Gasperini: gli evidenti progressi nella personalità e nell’incisività lo hanno reso un calciatore più continuo, prezioso con il suo ottimo sinistro e la sua rapidità e il dribbling nello stretto. Il trio offensivo rossonero è il fiore all’occhiello dell’undici dell’Aeroplanino e ha tutto – a eccezione di una zona “particolare” come la porta – per consacrasi come il reparto più attrezzato della rosa e per fare molto bene.

Che aspettarsi, dunque, da questo Milan? Un gioco migliore degli ultimi anni, sia per la filosofia di Montella sia la buona cifra tecnica di tanti interpreti della rosa dalla mediana in su. Ma anche fisiologici cali di tensione e gare di grande sofferenza, perché è rimasto irrisolto il primo grosso problema della rosa: più di un partner di Romagnoli, è la mancanza di personalità e di carattere, fondamentale per avere continuità di risultati e per evitare crolli mentali come quello avvenuto ieri. Il tracollo emotivo e fisico della squadra negli ultimi minuti di Milan-Torino è attribuibile solo parzialmente a una condizione (logicamente) approssimativa e lontana dal top: la squadra, incapace di gestire le partite e i risultati, ha pericolosamente staccato la spina. Senza il jolly pescato da Donnarumma, si sarebbe parlato – giustamente – di un suicidio sportivo, con un Milan ingenuo, immaturo e folle al punto da sprecare due reti di vantaggio e pareggiare a tempo scaduto. Servirà pazienza verso il nuovo mister, verso i calciatori e soprattutto verso un mercato piatto, figlio di una proprietà e di una dirigenza ormai sull’uscio della porta. E sperare negli acuti dei singoli più talentuosi: ieri ci hanno pensato Gigio e Carlos.

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