Colpi di scena a ripetizione e adesso sì che il Milan parla davvero cinese. Il club di fatto è stato venduto ieri a pranzo a Villa Certosa – ma l’intesa era stata raggiunta giovedì notte – ad una cordata che ha cambiato in corsa i suoi soci dopo l’eliminazione di Galatioto e Gancikoff e il vano tentativo di Mendes e Fosun. Presenti, al momento storico, Berlusconi e il figlio Luigi, la delegazione di Yonghong Li e Han Li, Pellegrino e Franzosi come uomini Fininvest e diversi legali delle parti. Il comunicato della holding di via Paleocapa ha cancellato quasi ogni dubbio, è la volta buona: il contratto preliminare di 50 pagine e con 15 punti fondanti – firmato – prevede penali e caparre nel caso in cui l’affare salti prima del closing, programmato i primi di dicembre.
I nuovi investitori orientali hanno comprato l’intera società rossonera per 740 milioni di euro (compresi 220 milioni di debiti). Come detto, sono già scomparsi dai radar i nomi dei vecchi advisor, di Sonny Wu e di Zheng, terminati sotto pressione e implosi verso fine luglio – spiega La Gazzetta dello Sport – dopo i contatti crescenti fra Silvio e Fosun-Mendes. Ad avere la maglio è stato un terzo gruppo, serio e rimodellato, da un paio d’anni nelle “grazie” di Fininvest e guidato da Yonghong Li, il quale raccoglie il 30% delle quote (anche quelle del fondo statale Haixia). Il restante 70% suddiviso fra numerosi manager: non solo aziende pubbliche, pure imprenditori privati. In questa fase di passaggio il riferimento principale con gli occhi a mandorla si chiama David Han, formatosi nell’università di Boston ed ex responsabile acquisti del colosso Wanda Group. D’ora in poi ogni scelta verrà condivisa, aspettando di conoscere la governance. La certezza è che Berlusconi rimarrà presidente onorario, ruolo propostogli e gradito.
This post was last modified on 6 Agosto 2016 - 15:46