GaSport, Tassotti: “Ho lasciato il Milan per tornare a lavorare sul campo”

Mauro Tassotti, ai microfoni della Gazzetta dello Sport, ha parlato anche del suo ultimo anno in rossonero, di cosa abbia provato, nel rescindere il contratto con il Milan, e di Silvio Berlusconi.

Queste, in merito, le sue dichiarazioni: “Mi sono sentito stranito e amareggiato. Mi è venuto il magone, perché sono stati trentasei anni indimenticabili. Avevo davanti Galliani che mi diceva che, se fossi stato contento della mia scelta, lo sarebbero stati anche loro. Sapeva che, in cuor mio, avrei voluto tornare a lavorare sul campo, mentre io sapevo che non mi avrebbero ostacolato, nonostante avessi un altro anno di contratto. Quando, un anno fa, accettai di fare l’osservatore dei rossoneri in prestito, mi pareva una buona opportunità di arricchimento personale. L’opzione sarebbe stata rimanere a casa, quindi, accettai. In realtà, è stato meno coinvolgente di quanto mi aspettassi. Avevo troppa nostalgia del campo: era inevitabile che andasse a finire in questo modo. Inizialmente, lo stacco dal campo mi piacque, ma, poi, ho capito che stavo facendo un lavoro troppo distaccato dalle dinamiche in cui avevo vissuto. Io volevo, e voglio, allenare ancora“. Tassotti (Spaziomilan)

E ancora: “I miei tre ricordi rossoneri più belli? La vittoria della prima Coppa dei Campioni, l’ingresso a San Siro per la festa del mio primo scudetto e la mia ultima a San Siro, contro il Cagliari. Giocai a centrocampo. Berlusconi? Credo che un presidente migliore non si possa avere: gli voglio bene, ma gli anni passano per tutti ed è inevitabile che, a un certo punto, si possano prendere determinate decisioni. Spero, però, che non molli e resti al suo posto“.

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