E’ la fine di un’era. O meglio, il tramonto di un impero che ha conquistato tutto ciò che c’era da conquistare e che adesso, per ovvie ragione, passa la mano. Silvio Berlusconi abdica da re di Milano e del Milan e, scrive stamattina il Corriere della Sera, lo fa con una dichiarazione all’esterno del San Raffaele destinata da entrare nella storia del club rossonero. Un passo storico che sancirà l’uscita di Berlusconi dal Milan nei prossimi due-tre anni, mentre il patron ha preteso (e ottenuto?) che i nuovi investitori asiatici siano vincolati a ingenti investimenti nelle prime sessioni di mercato per riportare in alto i colori rossoneri. Tutte le prossime operazioni di mercato che verranno dunque eseguite fino al closing finale dovranno essere necessariamente condivise, ma finanziate dalla cordata cinese. Al momento della firma del preliminare, probabilmente settimana prossima, la cordata asiatica verserà un deposito vincolato di 100 milioni e qualora la trattativa dovesse saltare per colpa dei cinesi, sarà questa la somma che intascherà Fininvest come penale a sfavore della cordata. Capitolo organigramma: Adriano Galliani, assistito da Nicholas Gancikoff, dovrebbe avere un ruolo operativo anche nel nuovo Milan che sta nascendo.