Il mercato piange, il campo sorride. E Suso convince

Il mercato langue, la cessione ai cinesi assume contorni sempre più grotteschi e nei tifosi cresce la rabbia. Insomma: per il Milan è l’ennesima estate complicata, con pochi acquisti e tanta amarezza. Ma per questo inizio di Diavolo 2016/2017, fortunatamente, c’è anche il campo. E le primissime amichevoli targate Vincenzo Montella stanno dando segnali più che positivi: i rossoneri si stanno sforzando sin da subito a mettere in pratica le idee e i precetti del nuovo allenatore, praticando quel gioco offensivo, propositivo e di possesso palla tipico dell’Aeroplanino. Anche i risultati, sinora, sono stati incoraggianti: il 2-1 francese sul Bordeaux e la vittoria di rigore sul Bayern Monaco (3-3 nei tempi regolamentari) sono piaciuti a tifosi e critica. E così anche tanti calciatori della rosa: Donnarumma e Romagnoli proseguono nel loro percorso di crescita per diventare delle certezze, Montolivo e Bertolacci lavorano per cancellare la loro negativa ultima annata, mentre Suso e Niang – i più positivi – si prendono la scena con colpi e giocate interessanti.

luiz adriano suso milan-crotone (spaziomilan)

Proprio lo spagnolo ha impressionato parecchio. Doppietta di pregevole fattura nella trasferta di Agen, buoni colpi anche nella prima uscita dell’International Champions Cup, ma soprattutto una consistenza mai avuta nei trascorsi rossoneri. Suso, dopo i sei mesi di Genova, è un giocatore diverso, con più personalità e incisività nelle giocate, più maturo e concreto nel mostrare un talento prima visibile solo a sprazzi. Nel modulo e nel metodo Montella, d’altronde, ha la possibilità di esaltarsi e di ritagliarsi uno spazio importante: i piedi buoni, la freschezza atletica e la disciplina tattica lo rendono un calciatore estremamente funzionale alla filosofia dell’Aeroplanino. E da esterno destro del 4-3-3, a piede invertito e con licenza di rientrare, ha la chance di sfruttare al meglio la sua arma migliore: il sinistro per calciare in porta o suggerire per i compagni.

Il campo e il calcio giocato, sempre da “benedire” e da preferire alle chiacchiere, lo sono ancor di più in questo particolare momento di caos societario e immobilismo di mercato. Perché a Casa Milan, nonostante il desolante e preoccupante stallo, ci sono comunque motivi per non disperarsi totalmente. Il primo: Montella è un bravo allenatore, capace di far giocare bene le proprie squadre e dare loro un’impronta chiara. Un elemento, questo, mancato spesso negli ultimi quattro anni. Il secondo, più importante, è che il materiale umano – seppur numericamente limitato – ha alcune buone individualità su cui poter costruire: Donnarumma e Romagnoli, ad esempio, ma anche Bonaventura, Bertolacci, Niang e proprio Suso. Le ipotesi di una sua cessione (Genoa, Atalanta o Fiorentina) sono da scacciare con forza: l’ex Liverpool ha tutto il potenziale per diventare un titolare importante di questo Diavolo di transizione tra l’epopea berlusconiana e il possibile nuovo ciclo cinese. Qualcosa a cui aggrapparsi, nell’attesa (velleitaria?) di novità dal triangolo Pechino-New York-Arcore, c’è.

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