Mercato funzionale a Montella. Cinesi? L’anonimato è un’anomalia

Siamo partiti col piede giusto. O almeno così sembra. Pochi proclami, poche fanfare. Apprezzabile il low profile di Montella, conscio del fatto che i tifosi rossoneri di illusioni ne hanno avute già abbastanza. Un raduno pulito, se vogliamo in tono minore, ma meglio così. Registriamo dopo tanti anni l’assenza assoluta della famiglia Berlusconi, non per volontà ma per cause di forza maggiore. Galliani ha cercato di togliere pressioni dalla squadra, dal nuovo allenatore e da se stesso. “Resterò fino al closing poi vedremo” è un modo intelligente per mettere la sordina al nutrito gruppo di tifosi che da tempo vorrebbero il suo allontanamento. Identificano in lui la principale causa dei disastri sportivi degli ultimi quattro anni. Sbagliano di grosso perché Galliani è quello di sempre, sono altre le variabili intervenute nell’ultimo quadriennio. Ma di queste stampa e tifosi fanno sempre fatica a parlare. Molto più comodo scaricare tutto sul “parafulmine” Galliani. Del resto lui è lì anche per quello. E’ lì per fare gli interessi di Fininvest e, se possibile, costruire una squadra migliore delle ultime.

Questo secondo obiettivo, secondo me, è a portata di mano. Stanno partendo giocatori poco funzionali al progetto e Carlos Bacca, come abbiamo sempre sostenuto, è uno di questi. Tra l’altro uno che porterà in cassa ottime risorse. Risorse che verranno immediatamente destinate all’acquisto di Pjaca: operazione lungimirante e preparata da mesi in gran segreto attraverso il procuratore del giocatore. Insomma un’operazione del Galliani vecchia maniera, quando lo facevano lavorare in pace. Con Pjaca torniamo a fare un colpo da “grande Milan”. Non basta certo, ma è un buon segnale. Cosiccome lo era stato l’arrivo di Bonaventura, giocatore che ha voglia e fame, caratteristiche rarefatte nell’aria milanelliana degli ultimi anni. Anche Lapadula è stato un colpo a lungo preparato e silenziosamente assestato. Il tutto a costo zero per Fininvest. Con i soldi di Bacca si prende Pjaca, con quelli di El Shaarawy si prende Lapadula. Vedremo chi si venderà per arrivare a Pavoletti e completare così il reparto offensivo. Tra l’altro tutte operazioni concertate con il nuovo Mister e funzionali al suo progetto di gioco, altri elementi che si erano persi nel Milan degli ultimi anni. Da tifoso comincio a ben sperare per questa stagione.

Apriamo ora il “personalissimo” capitolo dedicato a questa fantomatica cessione imminente ai finora ignoti cinesi. Lo definisco “personalissimo” perché parlo del mio punto di vista personale, senza appoggiarmi a fonti più o meno accreditate o a informazioni generate direttamente dall’azionista venditore, cioè Fininvest. Il mio punto di vista è molto diverso dall’anno scorso, quando invece avevo fonti di prima mano che mi garantivano l’inconsistenza della trattativa Bee. Della “bolla di sapone” scoppiata dopo l’estate eravamo a conoscenza fin da quando in molti, quasi tutti, ci soffiavano dentro. In questo caso siamo di fronte a intermediari di alto rango, certificati e affidabili, ossia Gancikoff e Galatioto. Il grosso problema è che oggi, a una settimana dall’ennesimo paventato closing, ancora non si conosce l’identità degli investitori che dovrebbero scucire 800 milioni per comprare il Milan assicurando investimenti tecnici da 150 milioni all’anno o giù di lì. Purtroppo è un dettaglio non da poco.

Lo stesso Sole 24 ore che stamattina dava per certa l’accelerazione della trattativa nei prossimi giorni nutriva forti perplessità sul “mistero” che riguarda l’identità degli investitori. E’ un caso più unico che raro nella storia degli investimenti sportivi e dei cambi di proprietà. Di solito accade che l’acquirente ha fretta e voglia di accostare il proprio nome e il proprio brand alla società da rilevare, mentre il venditore predica calma e inizialmente nega tutto. Qui al Milan, da due anni assistiamo all’esatto opposto. C’è una parte venditrice che insistentemente fa sapere a tutto il mondo di aver ceduto il club a cifre fantasmagoriche. E c’è una parte acquirente che ancora non si palesa, ma nemmeno di striscio. Anzi, le uniche voci che registriamo dalla Cina sono secche smentite dei gruppi accostati, ora l’uno ora l’altro, all’acquisizione del Milan. In mezzo ci sono gli intermediari che, anche per non screditare il loro nome e il loro background, predicano cautela. A differenza loro, l’anno scorso Mr Bee non aveva problemi a dichiarare conclusa e sicura una trattativa che invece non ha mai visto la luce.

La situazione è per lo meno anomala e anche se siamo in netta minoranza non smetteremo di definirla tale. Sperando tra l’altro di sbagliarci ed essere troppo diffidenti, perché, da tifoso, siamo i primi a sperare in una nuova proprietà ricca, piena di progetti ed entusiasmo. Al momento di questa nuova ipotetica proprietà non si conosce ancora il nome.

Chiosa sulla feccia che popola i social a tinte rossonere insultando e offendendo impunita. Questi signori vomitano da anni cattiverie su Silvio Berlusconi e su questa società augurandosi un repentino cambio. Poi, non appena Berlusconi e i vertici Fininvest paventano per il secondo anno di fila una cessione del club, per quanto resa anomala dall’ignota identità del/i compratore/i, questo stesso branco di pesci (purtroppo non muti) abbocca all’amo gettato in acqua da chi loro stessi contestavano duramente e se la prende con chi prova a tenere gli occhi aperti sott’acqua. Sono giunto alla conclusione che meritano di affogare nel loro buio abisso di ignoranza.

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