É iniziata formalmente l’era Montella. Un altro tecnico giovane, al momento il secondo più giovane della prossima serie A, ma con background e credenziali diverse rispetto ai più recenti allenatori del Milan.
Se escludiamo Mihajlovic, gli ultimi sono stati tre ex calciatori rossoneri; Seedorf, da ieri alla guida dello Shenzhen, squadra di B cinese. Inzaghi, oggi mister del Venezia in Lega Pro e Brocchi da poche settimane sulla panchina del Brescia in serie cadetta. Il loro presente parla da sé.
L’aereoplanino rappresenta un fattore di discontinuità per un verso e un ritorno alla tradizione per l’altro, perché si tornerà a proporre un calcio di qualità, almeno nelle intenzioni.
La sua conferenza stampa è stata senza dubbio di basso profilo. Senza proclami, senza voli pindarici né ricami. Non si é sbilanciato sostanzialmente su nessun tema, anche perché i punti interrogativi sulla società e sulla proprietà rendono impossibile qualsiasi ipotesi. Ha tenuto a sottolineare una particolare curiosità suscitata dalle caratteristiche di Niang, togliendo in buona sostanza il francese dal mercato.
Anche la partitella ha visto un Montella taciturno. Non é un personaggio dal carisma prorompente, nemmeno un aizzatore di folle. É tuttavia un grande professionista, già concentrato sull’obiettivo di riportare il Diavolo in Europa, attraverso le sue idee. Serviranno innesti importanti, sopratutto in mezzo al campo, dove i piedi buoni e le teste pensanti servono da tempo come il pane. I nomi che fanno sognare sono senza dubbio quelli di Borja Valero e Pjaca. La vera svolta sarebbero loro.
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This post was last modified on 8 Luglio 2016 - 12:14