In quest’estate di trattative, rinvii, voci, indiscrezioni, firme e possibili preliminari, il protagonista del Milan rimane Adriano Galliani. L’ad rossonero sembrava in procinto di poter lasciare il club con l’arrivo dei cinesi ma ad oggi è ancora al timone della società. Se dovesse restare Silvio Berlusconi, sicuramente Galliani proseguirà e manterrà il suo ruolo, ma si sta spargendo da più parti la voce di una possibile conferma anche in caso di cessione, almeno per il primo periodo.
Contatti, conoscenza del calcio, trent’anni di mercati e di spogliatoi sono un bagaglio troppo importante da lasciar cadere così, tra un documento e un altro, e così sembra che anche i nuovi proprietari, se dovessero insediarsi, vorranno usufruire dell’esperienza di Adriano. Intanto di acquisti non se ne vedono, dopo Vangioni e Lapadula nessun volto nuovo è arrivato a Milanello, ma proseguono le cene con Gancikoff, i sorrisi alla stampa e le mezze parole. Galliani continua a lavorare, a incontrare procuratori e giocatori ma con il portafoglio praticamente vuoto e con le cessioni bloccate (Bacca su tutte) non riesce quasi mai a dare la zampata decisiva, l’affondo finale. Una vittoria quest’estate l’ha comunque portata a casa, riuscendo a far cambiare Brocchi e portando Montella, non il suo preferito ma sicuramente nella sua lista di tecnici da appoggiare.
Bersagliato dai tifosi, criticato e insultato in modo pesante dalla Curva Sud che l’altra sera ad Arcore ha ribadito, ancora una volta, la volontà di vedere Galliani fuori dal Milan, perchè reo, secondo gli ultras, di essere la causa principale di queste ultime, drammatiche tre stagioni. Una situazione agitata che complica la già difficile gestione societaria. Il condor comunque non molla, rimane sapendo che il potere che ha nelle mani è ancora molto e che aggrapparsi alla sua competenza è l’unica speranza possibile.