Il mondo di Suso muta velocemente quanto la sua progressione in dribbling. La capacità di cambiare scenari è tanto rapida come la capacità di rientrare sul sinistro e calciare. L’amichevole di Bordeaux è la sublimazione di un ritiro da protagonista, capace di far innamorare di sé Vincenzo Montella. Cessione al Genoa? Cessione all’Atalanta? Cessione al Villarreal? Cessione al Sassuolo? Alt, analizzando gli indizi sparsi qua e là a Milanello si scopre come l’iberico, studiando i piccoli dettagli, non sia mai stato così vicino alla permanenza.
È innegabile come, in questo preciso momento, l’ex Liverpool sia stato capace di inserirsi in quel vuoto della rosa, lasciato dai tanti addi in reparto e dai mancati acquisiti. Sbandierato come l’obiettivo principe dell’estate, il trequartista non è mai arrivato e difficilmente arriverà (per motivi che spiegheremo in seguito). Dopo il doppio no di Pjaca e Vazquez (ad un passo dalla Juventus il primo, ufficiale al Siviglia il secondo), non sono più apparse alternative da considerare valide e all’altezza. Il nulla alle spalle di questi due lascia presumere come il tecnico campano non sia poi così convinto dalla presenza di un fantasista, come indica il primo test stagionale. Impegno allo Stade Armandie e subito potere al 4-3-3, scettro alle ali, modulo tanto caro al mister ex Fiorentina. Lo schema tattico meglio conosciuto, il punto di riferimento per una carriera intera sulle panchine di A. Esterni offensivi dunque, niente classici “numeri 10” dietro le punte. E Suso non lo è…
Sempre analizzando i movimenti delle trattative, arriva il terzo indizio cruciale nella vicenda spagnola: Leonardo Pavoletti. Considerato come potenziale merce di scambio tra Genoa e Milan, in un affaire tra cartellini e conguagli, pare essersi congelata la vicenda. Il possibile risarcimento per Lapadula al Grifone (così si scriveva), se mai dovesse esistere, potrebbe non essere l’ala nativa di Cadice. Anche perché mancherebbe il gradimento di Montella sul profilo del bomber: dalle squadre passate fino al recente esempio di Bacca, è palese come il “9” fatto e finito non rientri nelle filosofie calcistiche dell’aeroplanino. Seguendo le tracce ed unendo i segnali, si forma un fil rouge di facile lettura: il fantasista non si cerca più, si vira sul 4-3-3, Pavoletti non è una priorità e lo scambio è bloccato. Spie che rivelano, utilizzando la logica, una unica soluzione…