Senza Berlusconi è vuoto di potere: Milan sempre più paralizzato

Sono giorno difficili in casa rossonera: silenziosi, enigmatici, dal fragile equilibrio e dalle mille domande. Tutte lecite, racconta la Gazzetta dello Sport. Quesiti sulla salute, sull’organizzazione della squadra, della società, sul futuro a breve termine del Milan. Come se già non fosse una situazione complicata, il triste imprevisto del ricovero di Berlusconi ha reso tutto ancora più incerto, facendo moltiplicare a dismisura i dubbi.

Silvio si rimetterà davvero in forma nel giro di un mese? Che cosa accadrebbe se la convalescenza fosse più lunga? Tornerà con la combattività che lo ha sempre contraddistinto? L’idea più accarezzata sarà sempre quella di tenersi il Milan? O la botta medica lo indurrà a cedere il passo? Sono solo alcune delle tematiche in cerca di risposta in questo periodo nebuloso di storia milanista. È evidente come all’interno dell’universo del Diavolo si sia creato un vuoto di potere, dove il boss, scrivono i colleghi, ha demandato l’operatività a Galliani e pochi eletti, nel corse di ripetute visite in quel del San Raffaele.

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L’amministratore delegato, dunque, ha ricevuto dal plenipotenziario l’ordine di agire, ma si ritrova limitato dalla contingenza: può gettare basi, può contattare calciatori, agenti e tecnici, ma ufficialmente non può chiudere nulla se non coadiuvato e avallato dalla cordata cinese. E sono in pochi, pochissimi, ad aspettare i “comodi” rossoneri, scrive la Rosea. In mezzo a questo regno di incertezza, di sicuro vi è solo che i tempi dell’esclusiva si allungano: cancellate dal calendario il 15 giugno e cerchiate in rosso il 30 del mese stesso, deadline scelta ieri di comune accordo tra Fininvest e consorzio asiatico. Ad una settimana dal raduno della squadra, si conoscerà la verità sul destino del glorioso club di via Aldo Rossi, anche se tutto in pericoloso ritardo.

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