Tutto parte dallo scouting. Che si voglia acquistare il campione di turno o il giovane talento che ancora nessuno conosce. Azzeccarci poi è un altro discorso, seppur altrettanto se non più difficile. Noi al Milan nei primi anni del 2000 siamo stati l’eccellenza in questo campo, grazie a gente come Leonardo e Arriedo Braida e all’immensa stima che Galliani ripose in loro. Colpi incredibili abbiamo visto passare sotto i nostri occhi rossoneri.
Nel 2013, e sono passati ormai tre anni, quando Casa Milan veniva inaugurata e Galliani e Barbara Berlusconi bisticciavano su chi dovesse avere il primato decisionale sull’altro, la società, e in particolare la stessa Barbara, in previsione di una gestione più oculata dei fondi di mercato aveva fatto trapelare la notizia che all’interno dell’innovativa struttura di via Aldo Rossi ci sarebbe stata una sala con televisori e ogni necessità per il team di osservatori che, qualora non potessero essere sul posto a visionare, avrebbero potuto comodamente seguire qualsiasi giocatore dalla sede. Un osservatore sa che è sempre meglio vedere dal vivo il talento in questione, ma in ottica di ottimizzazione un sala così farebbe comodo a qualsiasi club. La rete di talent-scout, che al momento è composta da 10 osservatori in Lombardia e 8 fuori regione, sembra avere delle lacune se non nell’osservazione in sé almeno nell’approccio finale ai giocatori migliori.
This post was last modified on 23 Giugno 2016 - 18:44