Un movimento lento che non è l’agguato di un giaguaro o il volteggio di un condor sulla preda sottostante, piuttosto un sonnacchioso panda che mangia il bambù che gli capita. Questo è il Milan di oggi. Da infallibile predatore di giocatori buoni, a erbivoro sedentario che coglie chi gli passa più vicino. E il paragone viene continuamente confermato dai tanti e troppi parametri zero osannati come acquisti da 100 milioni. Se poi quando i soldi vengono spesi, vengono spesi male, siamo a cavallo (per rimanere in tema di animali).
Non stiamo screditando i colpi a basso costo o addirittura gratuiti, poiché qualche soddisfazione ce l’hanno pure tolta; tuttavia, se si vuole tornare grandi bisogna investire bene e in maniera oculata e lungimirante. Dopo tutto una squadra che va rifondata dovrà pur partire da acquisti che non siano un mero contorno, ma che possano nell’arco di pochi anni integrarsi al punto da diventare colonne portanti. Al Milan però sembra che si preferiscano gli addobbi che consentono una pacifica e tranquilla continuazione di mercato. Leonel Vangioni, attualmente unico acquisto rossonero, preso gratuitamente dal River Plate, è l’esempio di come il Milan stia lavorando con poca oculatezza nelle priorità. Senza nulla togliere alle qualità individuali del giocatore, si riscontrano però i seguenti parametri ambientali: prima cosa non c’era necessità di rinforzare il reparto terzini che contava già due esterni per ruolo, di cui uno, De Sciglio, in grado di giocare indifferentemente su entrambe le fasce; i ventinove anni del ragazzo danno una prospettiva di medio-breve termine, andando a scontrarsi contro il diktat dell’età anagrafica di un certo tipo; e infine, non si possono sottovalutare tutti i guai fisici che Vangioni ha subito negli ultimi anni, rendendolo una mina vagante sotto il punto di vista della salute.
Un unico acquisto, insomma, che potrà rivelarsi utile solo nel caso di prestazioni eccellenti. La cosa più preoccupante, però, è che sia l’unico. A inizio giugno con una squadra da rifondare probabilmente si dovevano avere già sul piatto tre o quattro giocatori di livello per poi piazzare a mercato iniziato due colpi che facessero capire alla gente che il lavoro che si sta facendo per rimettere in pista il Milan è serio ed entusiasmante. Ma siamo ad un unico colpo, e il Milan al momento resta il rudere che è.