Brocchi, Giampaolo, de Boer. È da questo tris che, salvo colpi di scena, uscirà il nome dell’allenatore del Milan 2016/2017. Tre profili molto diversi tra loro per carta d’identità e trascorsi, ma in piena corsa per sedere sulla bollente panchina rossonera. A incidere più del resto saranno gli sviluppi della trattativa tra Fininvest e i cinesi: non è un mistero che Berlusconi confermerebbe l’ex Primavera mentre la cordata di Pechino punterebbe decisa sull’olandese, così come è risaputo che il nativo di Bellinzona (sponsorizzato da Galliani e Sacchi) sarebbe il profilo di compromesso tra il Cavaliere e i possibili nuovi proprietari del club. Che, in ogni caso, dovranno concordare ogni mossa di mercato da qui ai prossimi due mesi.
Tutto, come detto, è strettamente vincolato al futuro societario. Ad oggi, 26 giugno, sembrano esserci le basi perché il Milan passi in mani cinesi: mancano ancora dei passaggi chiave, ma le premesse sono ben auguranti. E gli acquirenti d’Oriente andrebbero decisi su un profilo internazionale come Frank de Boer. Ex calciatore di Ajax, Barcellona e Nazionale olandese, è un allenatore emergente ma già con buona esperienza, maturata nei sei anni alla guida dei Lancieri in cui ha raccolto successi in Eredivisie e comparsate in Champions ed Europa League. Da “tulipano” e prodotto Ajax, la sua filosofia di calcio è di facile intuizione: de Boer predilige un 4-3-3 offensivo e propositivo, con un occhio alla valorizzazione dei giovani e un’importanza elevata data allo spettacolo. Idee sicuramente in linea con il DNA milanista e in particolare con l’epopea berlusconiana.
Ma de Boer sarebbe una scelta rischiosa. E non solo per il caos societario che ogni allenatore, inevitabilmente, dovrebbe affrontare al Milan: l’olandese non ha alcuna esperienza d’Italia e di Serie A, non avendoci neppure mai giocato. Un elemento che non può essere sottovalutato: il nostro calcio difensivista e tatticamente esasperato non è di facile lettura per uno straniero. Ma anche perché l’ex Ajax non sembrerebbe avere particolari richieste di mercato e il Milan, per proporre un certo tipo di calcio, necessiterebbe di rinforzi decisi e mirati. E se anche Brocchi (di fatto neofita) e Giampaolo (maestro di calcio ma mai passato per una big) sarebbero anch’esse scelte rischiose, de Boer ha un punto a favore: è il preferito dai tifosi milanisti. Il suo profilo interazionale, il suo gioco offensivo la sua capacità di lavorare coi giovani piacciono più dell’italianità degli altri due contendenti: basterà?