Il Milan è sempre stato uno dei primi pensieri di Berlusconi, ma dovrà necessariamente passare in secondo piano. Dovrà operarsi e così la decisione sulla cessione societaria sarà necessariamente rimandata, anche perché prima del problema al cuore non aveva ancora deciso ponendo altre condizioni ai cinesi. Una frenata, o comunque il segnale del suo umore variabile: per firmare il preliminare chiedeva tempo, dunque i tempi si allungheranno.
Comunque gli intermediari al lavoro, rappresentati da Fininvest e dagli advisor Galatioto-Gancikoff, confermano che fino ad ora il programma di lavoro che i manager si erano imposti è stata rispettata. Lo riferisce La Gazzetta dello Sport. Però la holding di famiglia è lo stesso orientata a chiedere una proroga, sperando sia la più breve possibile anche se si andrà dopo la metà di giugno. Una scadenza fissata per risultare compatibile con le attività calcistiche, che rimangono da definire in toto. Per esempio, quale sarà il prossimo allenatore? Perso Emery, la cordata si è rispostata su Pellegrini che Galliani ha già sondato senza però superare il muro dei 6 milioni di ingaggio chiesti dal cileno. Un nome che sta perdendo consensi. Allora scala posizioni Giampaolo, ex tecnico dell’Empoli dei record, bloccato e poi lasciato libero causa incertezza sull’avvenire rossonero.
Adesso ha il gradimento dell’AD (il quale lo ritiene da sempre un’opzione credibilissima) e dei cinesi. Ha qualità da insegnare, sa crescere i giovani e l’esperienza, secondo GaSport, di guidare un gruppo più quotato. Brocchi defilato.