Gianluca Lapadula, scrive La Gazzetta dello Sport, è il tipico esempio che si deve raccontare ai ragazzini delle scuole calcio: è un combattente, un guerriero. Nelle vesti di giocatore è cattivo e affamato, ma tolta la divisa di gioco, è un ragazzo solare e romantico.
Lapadula è molto legato alla sua famiglia e al fratello Davide, che gioca nell’Eccellenza piemontese, è un ragazzo umile, sempre disponibile con i tifosi e dalla semplicità estrema. In Abruzzo ha trovato la sua El Dorado: due anni fa a Teramo 21 reti, nella stagione appena conclusa 27 in campionato e 3 nei playoff che hanno trascinato il Pescara in Serie A. “Il mio gol più bello? Quello che segnerò nella prossima partita!” risponde così alle domande dei giornalisti; il suo romanticismo genuino lo ha portato a chiedere la mano della sua Alessia sotto la tribuna dello stadio Bonolis di Teramo, forse perchè nelle sue vene scorre sangue latino-americano per via della nazionalità della mamma.
This post was last modified on 24 Giugno 2016 - 12:25