GaSport, alla scoperta di Lapadula: un romantico cannibale del gol

Gianluca Lapadula, scrive La Gazzetta dello Sport, è il tipico esempio che si deve raccontare ai ragazzini delle scuole calcio: è un combattente, un guerriero. Nelle vesti di giocatore è cattivo e affamato, ma tolta la divisa di gioco, è un ragazzo solare e romantico.

Lapadula è molto legato alla sua famiglia e al fratello Davide, che gioca nell’Eccellenza piemontese, è un ragazzo umile, sempre disponibile con i tifosi e dalla semplicità estrema. In Abruzzo ha trovato la sua El Dorado: due anni fa a Teramo 21 reti, nella stagione appena conclusa 27 in campionato e 3 nei playoff che hanno trascinato il Pescara in Serie A. “Il mio gol più bello? Quello che segnerò nella prossima partita!” risponde così alle domande dei giornalisti; il suo romanticismo genuino lo ha portato a chiedere la mano della sua Alessia sotto la tribuna dello stadio Bonolis di Teramo, forse perchè nelle sue vene scorre sangue latino-americano per via della nazionalità della mamma.

Lapadula SM_1In Perù lo avrebbero voluto nella selezione che ha affrontato la Copa America, ma Lapadula ha preferito la lotta playoff con il Pescara (magari aspetta anche una chiamata dalla nazionale italiana). Il suo modo di interpretare il calcio è “…morire su ogni pallone“. Lapadula è un uomo squadra, lotta e si batte, corre a tutto campo per aiutare i suoi compagni, ed è anche un bomber degno di San Siro e delle sue esigenze.

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