Sembrava convinto, invece adesso Berlusconi è perplesso. Non che ci abbia ripensato, ma i dubbi sono aumentati e oggi appare più difficile scommettere sulla cessione della maggioranza. Nel pranzo ad Arcore dei giorni scorsi aveva scoperto nomi e conto in banca degli imprenditori protagonisti nell’affare, riuniti in un fondo di società pubbliche e private, scoprendo presto di essere di fronte a società serie e con grandissima disponibilità economica.
Eppure chiede ancora garanzie. E parla molto perché periodo di campagna elettorale: dettaglio da pesare, ammette La Gazzetta dello Sport. In più si concede battute rischiose in questo momento delicato: “I cinesi comunisti mangiavano i bambini – ha detto a un evento a Ostia – e io dovrei vendergli il Milan?“. Magari è solo uno ripensamento dei suoi, o il classico contropiede alla Silvio. Non sono i soldi nel portafoglio il problema, nemmeno la (necessaria) volontà di spendere in caso di acquisto: il piano resta convincente però il presidente pretende che gli investimenti siano annuali e che la certezza venga ufficializzata in un documento scritto in cui venga precisamente indicata la suddivisione delle risorse fra mercato, stadio e sviluppo commerciale.
This post was last modified on 4 Giugno 2016 - 15:27