Nemo propheta in patria, Alessio Romagnoli dovrà combattere anche contro questo sabato sera. Nella sfida ai talenti offensivi bianconeri, il classe 95 tornerà nella propria culla calcistica, quell’Olimpico che lo ha visto compiere i primi passi verso una carriera da predestinato, racconta la Gazzetta dello Sport.
La stagione di Alessio, sottolinea la Rosea, non può essere considerata pienamente sufficiente ma dalla sua ci sono grandi attenuanti: il complicatissimo contesto in cui si è ritrovato (caos societario, problemi in panchina, continui cambi di partner) ed il compito di guidare la difesa a soli 20 anni. Il ragazzo ha certamente nelle mani un grande futuro, la maglia della Nazionale maggiore lo aspetta per i prossimi anni, ma i miglioramenti da fare sono ancora molti.
L’esempio, scrivono i colleghi, non lo avrà contro in finale per sabato sera, quel Leonardo Bonucci così simile a lui come caratteristiche e così cresciuto con gli anni. Il bianconero, come il 13 milanista, in giovane età soffriva gli stessi difetti: la marcatura, il tempismo e la capacità di controllare il proprio avversario in area e non. Bonucci ha saputo lavorare sui propri punti deboli per trasformarsi nel difensore completo che è ora; Romagnoli dovrà, con gli anni, limare queste imprecisioni, evolvendosi indubbiamente nel più grande prospetto arretrato tricolore. Il futuro può attendere, prima c’è una Coppa Italia da giocare in patria, sperando che nemo propheta in patria, per una volta, faccia eccezione.