Quando le cose vanno male, possono sempre peggiorare e così, al terzo anno fuori dalla zona Europa League, l’unico vincitore nell’annata rossonera è il caos, esordisce Tuttosport. L’annata 15/16 si sta rapidamente trasformando in un tutti contro tutti, con allenatore e dirigenti che attaccano i giocatori, questi ultimi replicano scaricando colpe sulla società.
In principio vi era un Milan temuto e rispettato, chiunque venisse a San Siro (Manchester United, Barcellona, Arsenal, Real Madrid inclusi) tremava e la sola parola Milan nel mondo era sinonimo di vittorie, solidità societaria, gloria sportiva. Ora chi parla dei rossoneri usa termini beffardi ed ironici. In 27 anni di presidenza Berlusconi, il management si è sempre distinto per scelte oculate e guizzi, ora, sottolineano i colleghi, non è più così. Dal 1987 al 2012-13, dalle parti di Via Aldo Rossi hanno cambiato solo 10 tecnici, negli ultimi tre anni addirittura 5. Segnali di un club in netta difficoltà, per stessa ammissione dei propri tesserati, veterani con i colori nel sangue e sulla pelle come Abbiati: “Nella mia mente c’è un altro Milan e ci sto male, forse sbaglio a fare paragoni con il passato, ma è troppo tempo che non riusciamo a stare in alto e smetto anche per questo“.
Si parlava di tecnici, ed è ancora l’ex portiere a toccare l’argomento in tempi non sospetti: “Sarebbe un errore enorme non continuare la prossima stagione con Mihajlovic“. La storia è andata diversamente dai desideri del totem rossonero, Sinisa, per capriccio presidenziale, non è arrivato neanche a maggio. Non c’è da sorprendersi, dunque, se il blasone milanista abbia perso appeal tra i tecnici. Una volta c’era l’orgoglio solo di sentirsi vicini, ora rifiutano la panchina milanista, vedasi Di Francesco: “Preferisco la professionalità del Sassuolo alla confusione di altri ambienti“.
This post was last modified on 16 Maggio 2016 - 17:53