Mancano uomini e qualità, il solo Ibrahimovic non può bastare

Prendete la partita di ieri sera e metteteci dentro Ibrahimovic: che cosa poteva farci, Zlatan, quando Salah se ne andava tutto solo verso Donnaruma o quando Pjanic pescava El Shaarawy in mezzo all’area, evidenziando un’incredibile serie di errori della difesa? Esordisce così la Gazzetta dello Sport in un lungo focus sulle necessità rossonere.

Analizzando i 90′ di San Siro, al Milan serve molto più del solo Ibrahimovic. Zlatan è sì un fuoriclasse ma messo in questa formazione giocherebbe da solo, sintetizza la Rosea. Alla compagine meneghina manca un gruppo solido, mancano idee e, sopratutto, mancano giocatori capaci di prendersi cura della palla, di velocizzare il gioco, di dare fluidità alla manovra. Ibra andrebbe bene, questo è chiaro, ma bisognerebbe modificare i 10 atleti alle sue spalle. Dal 2012, proseguono i colleghi, dalle parti di via Aldo Rossi hanno commesso una sequela di errori di costruzione del roster, arrivando ai risultati di queste ultime stagioni sportive.

pjanic

L’addio del “nucleo ancelottiano” ha lasciato un gap difficilmente colmabile, la differenza di mediana nella sfida di ieri ne è la controprova. Spalletti, dal suo ritorno nel campionato nostrano, ha optato per un centrocampo a doppia valenza, con due uomini abili nella distruzione del giro palla avversario (De Rossi e Strootman ieri) e due uomini volti a finalizzare e liberare la fantasia (Pjanic e Nainggolan). I numeri del confronto con lo stesso reparto meneghino fanno spavento: i passaggi completati sono circa il doppio (689 a 351) e l’accuratezza dei tocchi è deliziosa (88.1%). La differenza di valori, alla lunga, imbarazza chi osserva.

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