“Il Milan è la più famosa squadra in Cina. Il brand Milan potrebbe essere commercializzato per creare delle scuole calcio, delle linee di ristoranti con cibo italiano, vendita di merchandising e bibite energetiche“. Con questa frase Silvio Berlusconi ha aperto gli orizzonti commerciali che il Milan potrebbe avere nella Repubblica Cinese qualora ci fosse la compravendita della società a favore del consorzio orientale, rappresentato in sede di trattativa dall’advisor Sal Galatioto.
Riflettendo un po’, tra scuole calcio e merchandising, perché anche le bibite energetiche? Facendo un salto indietro nel tempo, giusto un anno fa Berlusconi incontrò a Villa Gernetto tale Poe Qui Ying Wangsuo, meglio conosciuto come Mr. Pink, nome preso da una bevanda energetica (guarda a caso) che egli stesso produce e che lo ha fatto diventare, a soli 35 anni, un miliardario di successo. All’epoca fu una modella, ex fidanzata di Mr. Pink, a dare la notizia dell’accordo stretto tra il miliardario orientale e Berlusconi per la cessione delle quote del Milan; Fininvest smentì con un comunicato, dicendo di non avere le intenzioni di cedere la maggioranza del club e che l’incontro ebbe come argomento alcune partnership commerciali.
Un anno dopo il Milan è sulla “Via della seta“, direzione Pechino, dove ha sede il governo cinese. Lo stesso governo che, a quanto pare, suggerì a Berlusconi Wanda Group e Mr. Pink come possibili soci per il suo amato club. Adesso ogni frase fa notizia e ogni parola può rappresentare un indizio. Che ci sia Mr. Pink nel consorzio interessato al Milan? Il tempo scorre e il 15 giugno, data ultima per l’esclusiva, si avvicina. C’è un futuro da scrivere e il mistero che aleggia intorno agli investitori, forse, è un pò meno fitto.