Ascoltando Silvio Berlusconi in questi giorni di grande disponibilità mediatica, è evidente come qualcosa non torni. Come i conti, letteralmente, non tornino. Il patron ha un solo enorme dubbio, racconta Tuttosport, un’incertezza imperante che blocca ogni ulteriore passo della trattativa, la possibilità di mantenere la squadra ad alto livello con rinforzi continui, in due parole: investimenti garantiti.
E’ il tasto sul quale Silvio batte continuamente, è il nodo cruciale della vicenda. Berlusconi non vuole che la cordata si limiti a versare il denaro per il 70% del pacchetto azionario, ma pretende degli esborsi continui per innalzare il livello della rosa. E degli asiatici non si fida, d’altronde i precedenti sono lì a dimostralo. Da anni ormai nel mondo del business e della finanza sportiva, il presidente conosce perfettamente il modus operandi dei management del Sol Levante. I profili che irrorano cifre altissime nell’universo calcio sono decisamente altri: si tratta di magnati russi (Abramovic su tutti) e gli emiri del Golfo (i vari Qatar Sport Investments, gli Al Nahyan e soci).
Gli imprenditori dell’Estremo Oriente, inseriti nel football continentale, sono radicalmente diversi. Nessuno di loro, scrive Tuttosport, si è finora segnalato per campagne acuiste faraoniche. Gli esempi sono lampanti. La maggiore dimostrazione della tesi può essere portata attraverso le figure di Thaksin Shinawatra (proprietario del Manchest City sempre perdente prima di passare la mano), Tony Fernandes al QPR, Vincent Tan al Cardiff, Carson Yeung Ka Sing con il Birmingham City (addirittura invischiato in vicende giudiziarie). Ma non finisce qui: Xiadong Zhu con il Pavia non riesce ad ottenere la Serie B; la stessa Inter di Thohir sta ancora inseguendo la prima qualificazione alla Champions League. Le uniche due eccezioni sono: Vichai Srivaddhanaprabha, campione d’Inghilterra con il Leicester ma decisamente non per meriti suoi, ancora ringrazia il miracolo Ranieri; e Peter Lim, capace di spendere ben 138 milioni di euro tra Gestifute Group e Doyen Sport per il suo Valencia.