Trattiene il fiato il Milan, sino al 15 giugno ovvero la scadenza fissata da Fininvest dopo l’esclusiva concessa ai cinesi. Nell’importante CdA straordinario, che ha ufficializzato il primo passo verso la possibile rivoluzione societaria, erano presenti i figli Marina, Piersilvio e Luigi, più Barbara in conference call la quale ha appoggiato le mosse del padre mettendo in rilievo le ambizioni del club. Il via libera era arrivato da Berlusconi in persona il giorno precedente ad Arcore, deciso a muoversi ma non per questo a vendere davvero: nell’accordo non sono previste penali e dunque il presidente può tornare sui suoi passi quando vuole.
A differenza del caso Mr. Bee, iniziato un anno fa, stavolta l’affare è stato gestito per intero dal management della holding di famiglia, capeggiato dg Pellegrino e il manager finanziario Franzosi che da un mese – attraverso gli advisor Lazard (per i rossoneri) e Sal Galatioto (per gli orientali) – hanno lavorato nella direzione giusta per tracciare il perimetro dell’operazione. Ecco un dettaglio fondamentale: gli acquirenti hanno ottenuto che l’approfondimento parta da un presupposto imprescindibile: il 70% delle quote. Adesso verrà progressivamente alzato il velo sui capocordata, nonostante persista grande riserbo (a Milano si è visto solo una volta un rappresentante dei nuovi soci, per il resto lo scambio di credenziali è avvenuto sempre via e-mail): si parla molto di Alibaba e Huchinson Whampoa, in ogni caso di gruppi finanziari di enorme spessore. Da ieri è già cambiato qualcosa, evidenzia La Gazzetta dello Sport: Galliani non dovrà più rendere solo conto alla proprietà ma relazionarsi anche con i cinesi: in linea di massima bisognerà avvisarli per qualsiasi movimento di mercato superiore ai 5 milioni di euro (cessioni comprese).
This post was last modified on 11 Maggio 2016 - 14:00