C’è stato un tempo in cui, durante la prima esperienza, al Milan si sforzavano di vedere il lato positivo: Balotelli combinava qualche guaio ma poi compensava in campo, dove era spesso irreprensibile. Dal 2012 al 2014, su 43 gare, segnò 26 gol: bastavano i numeri per passarci sopra. Adesso si è normalizzato: nessuna intemperanza ma anche pochissimi sigilli (un paio all’Alessandria, avversario di Lega Pro). E il risultato non sembra cambiare perché i rossoneri hanno fiducia nell’attaccante e quello che dovrebbe succedere nei prossimi ne sarà l’ennesima conferma.
Superata l’influenza di Bologna, è tornato disponibile e sta bene. Solo che Luiz Adriano l’avrebbe appena rimpiazzato con gli interessi, procurandosi il rigore decisivo e in generale giocando con intensità invidiabile. Brocchi, però, pare sia convinto a rispedirlo in panchina proprio per ridare spazio al 45, comunque titolare non per necessità come già successo. Il Diavolo conterà su Mario in due partite decisive: la Roma in campionato, domani, da vincere per sperare ancora di agganciare il sesto posto, e la Juve (21 maggio) nella finale di Coppa Italia. Vincerla salverebbe la stagione, scrive La Gazzetta dello Sport. Cercasi un segnale disperatamente: da quando la società gliel’ha chiesto, premio la conferma, l’ex Liverpool ha fatto poco nonostante negli errori ci sia stata buona fede. Ammonito con il Carpi e squalificato per eccessiva voglia di segnare, colpevole di un rigore sbagliato col Frosinone ma combattivo fino alla fine e fermato dalla traversa. Fu così dispiaciuto che chiamò la dirigenza per scusarsi e il gesto venne apprezzato.
Tornerà a fare coppia con Bacca e ora il gol è davvero l’unica cosa che conta (in Serie A a San Siro gli manca da due anni!). O meglio, che gli servirebbe. Carlos è ad un passo dalle 20 reti e si parla di possibile cessione in estate, Balo non ha quasi mai inciso ma si vorrebbe trattenerlo quasi con la forza. L’ennesimo paradosso.