Bacca decisivo e perplesso: così niente Coppa. Ma raggiunge Ibra

Dio, famiglia e gol. Che non è poco, ma a Bacca basta sempre per essere un uomo felice. Una fede profonda, servita per convincere Berlusconi a spendere 30 milioni di euro lo scorsa estate pur di acquistarlo dopo la beffa di Jackson Martinez. Ieri sera, nonostante la rete decisiva e la vittoria, nella testa di Carlos si agitava probabilmente qualche fantasma. Il primo si lega a una riflessione personale, perché rispondendo a una domanda su ciò che verrà è stato più vago del solito dopo tante dichiarazioni pro Milan.

Adesso ogni deduzione, logica e/o negativa, è autorizzata. La dirigenza prenderà nota e magari, scrive La Gazzetta dello Sport, gli chiederò spiegazioni in privato, anche perché il mercato attorno al colombiano di certo non manca. Il secondo riguarda una pesante considerazione di squadra, nella quale sostiene che questo Diavolo non è in grado di competere con la Juve nella finale di Coppa Italia. Ha ragionissima, però sorprende sentirlo dire da uno che difficilmente superare le consuete risposte diplomatiche. Poi parla il campo: se i rossoneri riusciranno a riprendersi il sesto posto una buona parte di merito passerà dalle recenti prestazioni dell’ex Siviglia: Samp e Bologna, due sigilli e 6 punti, gli unici, per Brocchi. Sta chiudendo la stagione di nuovo in buoni rapporti con il gol, però il resto è dimenticabile. Fatica a liberarsi al tiro, a dialogare insieme ai compagni e a volte e controllare il pallone. Ma alla fine la butta dentro e ha ragione lui, perché è ciò che conta soprattutto per un attaccante.

bacca reazione milan-carpi 2 (spaziomilan)E allora siamo a quota 17: era dai tempi dell’ultimo Ibra, nel 2011-2012, che qualcuno non superava i 16. Più i 2 in Coppa Italia siamo a 19 e raggiungere cifra tonda non sarebbe niente male. A maggior ragione quando appare meno lucido rispetto al passato e in mezzo a mille difficoltà basate sul (non) gioco del Milan. Possesso palla lento, pochissimi assist e movimenti vanificati a vantaggio dei difensori: non il massimo del divertimento. Per questo, forse, che al temine l’umore non era dei migliori.

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