La stagione è terminata con la cocente delusione di una finale persa ai supplementari e con una mancata qualificazione alle Coppe europee per la terza volta consecutiva. Ora sì che è tempo di bilanci, di cambiamenti, di mercato, con la possibilità di avvicinarci a grandi passi a quelle che saranno le scelte su una presunta nuova società, sulla guida tecnica e sui calciatori. Per quel che riguarda questi ultimi, la stagione appena terminata, ha dato un verdetto inconfutabile: sono pochi quelli promossi, tra questi c’è sicuramente Carlos Bacca. I numeri parlano chiaro: 20 gol stagionali (di cui 18 in campionato e due in Coppa Italia) con soli due rigori tirati. Un bottino di tutto rispetto per uno che si affacciava per la prima volta nel nostro campionato.
Lungi da noi l’azzardo di fare dei paragoni blasfemi, ma un altro dato innegabile ci ricorda che solo Shevchenko aveva fatto meglio al primo anno di Milan, mentre gente come Inzaghi, Weah, Van Basten (solo per citarne alcuni) non erano riusciti nella stessa impresa del colombiano. Spesso criticato per le non eccelse qualità tecniche, per la difficoltà ad usare il piede sinistro e per la scarsa sintonia con i compagni di squadra e di reparto, Bacca ha comunque siglato gol importanti ed è stato continuo per tutta la stagione. Insieme a Donnarumma e Bonaventura, l’ex bomber del Siviglia può essere tranquillamente riconosciuto come uno dei pochi simboli positivi dell’ennesima stagione fallimentare.
This post was last modified on 24 Maggio 2016 - 09:55