SM RELIVE/ Brocchi: “Con Berlusconi c’è un rapporto di confronto. Non cancellerò l’immagine di Mihajlovic ma porto le mie idee nel segno di Ancelotti. Non ho paura di bruciarmi, sì al trequartista”

Dal nostro inviato a Milanello, Christian Pradelli

Cristian Brocchi si presenta. Alla stampa, ai tifosi, senza Silvio Berlusconi al suo fianco. Il presidente rossonero doveva essere presente, ma alla fine ha fatto trapelare che non parteciperò alla conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Milan. Dopo Mihajlovic, il presente ora si chiama Brocchi.

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RIVIVI LA CONFERENZA DI BROCCHI

Sul trequartista: “Mi piace lavorare su questo modulo. Ci sono giocatori che hanno caratteristiche per fare quel ruolo, da Honda a Bonaventura. Bisognerà vedere poi come interpreteranno”.

Sugli allenatori emergenti: “Speriamo sia il tempo giusto. Da tanti anni parliamo di giovani e futuro ma se andiamo a vedere poi le presenze ci accorgiamo che manca ancora qualcosa. Bisognerà valorizzare il campionato e formare il campionato delle seconde squadra fra la Primavera e la Prima Squadra”.

Sull’esperienza con Ancelotti da allenatore: “Cosa manca non te lo posso ancora dire, potrò rispondere a questa domanda fra un paio di settimane. Cercherò di portare la sua serenità e la volontà di far rendere ogni giocatore al massimo. Tutti avevano grande stima di lui e tutti ne traevano beneficio”.

Su Balotelli: “Mi stimola l’idea di provare a ritrovarlo come mi affascina tutta questa avventura. Mario sicuramente è uno di questi giocatori, importante, mi piace molto e se dovesse riuscire a giocare con l’interpretazione della gara come contro la Juventus allora sarà sicuramente un giocatore importante per la squadra. Tutti, però, devono dare una mano al gruppo perché ci sono tanti giocatori, oggi, che si giocano molto. Ho visto negli occhi di Mario e di altri compagni la volontà di fare bene. Speriamo che oltre le parole ci siano anche i risultati”.

Sul rapporto della squadra con Mihajlovic: “L’esperienza passata da giocatore potrà aiutarmi in questo. A volte qualcuno arriva e prova ad eliminare completamente il passato, invece questo non sarà il mio obiettivo. Non voglio cancellare il rapporto che ogni giocatore aveva con lui, ma da ieri devo per forza riuscire a fare qualcosa di nuovo con loro. Voglio creare con tutti i componenti della rosa qualcosa di forte per costruire qualcosa di importante”.

Sul confronto con Capello: “Magari andasse tutto come con Capello”.

Sul rapporto con Berlusconi: “Non mi offendo quando mi chiederete se sarò uno yes-man. Nella mia vita ho sempre portato rispetto a tutti. Il confronto e la condivisione sono la base di questo lavoro. Se penso di avere la chiave per tutto, oggi non sarei qui. Col presidente ho un rapporto di confronto e lo avrò con Galliani, il mio staff e tutte le persone con cui avrò modo di lavorare”.

Sull’aggressività in campo: “Sarà una richiesta che io farò. Non è detto però che fin da subito saremo in grado di farlo per 90′, dovremo essere noi in grado di comandare le partite. E’ normale che arrivare a fare questo ci vuole tempo e mentalità condivisa dai giocatori”.

Sull’idea di gioco: “Questa sarà una prova se l’anno prossimo mi sarò guadagnato il diritto di allenare ancora il Milan. I giovani vanno abituati fin da subito per arrivare pronti al grande salto in Prima Squadra”.

Sul timore verso il poco tempo: “Sicuramente è un rischio quando hai poco tempo. Allo stesso tempo, però, questa è la situazione. Al posto della calma, bisogna avere l’intelligenza di fare mezzo passo alla volta vero l’obiettivo che ci siamo prefissati”.

Sull’allenatore a cui ti ispiri: “Nella mia carriera ho avuto la fortuna di essere allenato da grandi allenatori. I due che mi hanno lasciato più di tutti sono Prandelli e Ancelotti. Mi hanno lasciato qualcosa che anche ora da allenatore mi ritrovo”.

Sui giocatori della Primavera: “Ritrovo qualche elemento. Da Donnarumma a Calabria, fino a Locatelli che ora è pronto per giocare dopo un periodo di ambientamento. Il rapporto con loro deve essere speciale e se ci dovesse essere l’opportunità ci sono anche tanti altri giovani pronti in Primavera”.

Sulla diffidenza nei suoi confronti: “So benissimo che questa esiste. Non mi fermerò davanti al giudizio delle altre persone e non posso far cambiare idea a tutti. Chi mi conosce lo sa: mai cercato sponsorizzazioni, neanche nell’ultimo anno. Lavoro, vado avanti con passione e cerco di migliorarmi giorno dopo giorno senza la presunzione di essere il migliore o il peggiore”.

Sulle emozioni della chiamata: “Ero molto tranquillo. Ho vissuto più volte questa situazione di essere accostato alla Prima Squadra. Ogni giorno sono rimasto tranquillo ed è normale che, nel momento mi sia stata comunicata in maniera ufficiale questa decisione, un’emozione in me c’è stata. Sarebbe assurdo pensare al contrario. Trovarmi in questo momento da allenatore della Prima Squadra per me questa è la cosa più bella con la speranza di essere ancora qui all’inizio della prossima stagione”.

Sulla squadra: “La mia volontà è quella di dare fiducia ai singoli. Nei momenti di difficoltà della squadra bisogna avere sempre in testa quello che richiede l’allenatore”.

Sul dialogo con la squadra: “Il mio obiettivo è proprio quello di far capire ad ogni giocatore che può essere un valore aggiunto all’interno di un contesto di squadra. Sono fermamente convinto che la conoscenza della squadra sia fondamentale per la buona riuscita di tutto il gruppo”.

Sull’empatia con Berlusconi: “Non sono mai stato io in prima persona ad andare da lui a pubblicizzarmi. Il presidente credo abbia avuto l’opportunità di vedere le mie squadre. In questi anni si è parlato delle mie squadre dal punto di vista della qualità del gioco, potrebbero averlo incuriosito e magari qualcuno gli ha portato informazioni su di me e da qui è nato tutto”.

Sul livello della rosa: “Ho detto anche a loro che secondo me il livello della squadra è buono. Il mio obiettivo sarà quello che far rendere al massimo questi giocatori che, non per colpa di Sinisa, magari quest’anno non hanno reso secondo le aspettative. Ragioneremo da gruppo, mettendo il singolo alle spalle del gruppo”.

Sull’aspetto mentale: “Ho sempre chiesto alle mie squadre di attaccare. E’ normale che è un percorso, non arriva tutto subito. Sto provando a far capire ai ragazzi cosa vorrei in partita. Voglio che la gara della domenica la si viva in prima persona, aggredendo gli avversari e avendo in mano le redini del gioco. Non sarà semplice, ma sarà un compito stimolante”.

Sul gioco da mostrare: “In questo momento c’è bisogno di avere equilibrio e intelligenza. Quando inizi una stagione ha più tempo fin dal ritiro, come mi era successo negli anni precedenti nelle giovanili. Una delle cose che io dico sempre è che voglio che la mia squadra si alleni per come giochi e giochi per come si alleni. Ora devo incominciare a far entrare nella testa dei miei giocatori le mie richieste, passo dopo passo. Se riuscissimo a fare questo, tutto le distanze si accorcerebbero”.

Sulle partite da giocare: “Prima dobbiamo conquistare un posto in Europa. Non si può pensare solamente alla finale con la Juventus, ma prima ci sono sei partite di campionato importanti. E’ normale che in queste partite cercherò di seminare per portare la squadra al massimo in vista della finale di Coppa Italia. Non posso però entrare e piedi pari e cambiare tutto nel giro di due giorni, in campo e fuori. Settimana prossima purtroppo avremo l’impegno dell’infrasettimanale e non potremo lavorare al massimo, la pensiamo partita dopo partita e vedremo cosa succederà”.

Sul poco tempo a disposizione: “Nella mia carriera da calciatore ho sempre messo l’aspetto economico-contrattuale in secondo piano. Se avessi anche un contratto di un anno in più, ma se avessi fatto lo stesso il massimo nelle prossime sette partite magari gli scenari sarebbero stati diversi. Il tempo non è un aspetto che mi riguarda, ora devo giocarmi le mia carte nel migliore dei modi e il bene del Milan rimane la cosa più importante”.

Sul fatto di essere bruciato: “In questi mesi il termine bruciarsi è stato usato in maniera impropria. Qua c’è l’opportunità di giocarsi una possibilità che non sempre capita nella vita. Poi uno deve avere anche l’umiltà di capire che se le cose dovessero andare bene, siamo tutti felici. Invece se le cose vanno male bisogna saper ripartire senza il pensiero di aver avuto la possibilità di allenare il Milan. Io sono qui per giocarmi le mie possibilità con il massimo della voglia, da quando ero giocatore ad oggi. Non ho paura, massima tranquillità. Darò sempre il 110% insieme al mio staff”.

Sul modulo: “Nel mio percorso i sistemi di gioco sono stati il 4-3-3 e il 4-3-1-2. A livello offensivo, ho sempre voluto creare alternative diverse. Il trequartista è un’idea che mi piace, ma la cosa più importante sarà capire quali sono gli interpreti adatti per questi moduli. Ci sono giocatori con caratteristiche diverse e nel mio modo di vedere le cose le strade sono sicuramente queste.

Sull’arrivo in Prima Squadra: “Voglio portare la cultura del lavoro. Va dato merito a Sinisa che ho trovato un gruppo ad un buon punto di vista sotto questo aspetto. In questi anni ci sono stati tanti allenatori con percorsi diversi”.

Sul modello Milan: “Ieri è stato il primo giorno. Un giorno particolare, non si può pretendere tutto e subito. Un cambio è un qualcosa che nell’immediato ti segna, ti da qualcosa in più. E’ normale che sul campo ora voglio imporre le mie idee, i miei pensieri. Sto cercando di fargli capire perché faccio questo genere di esercitazioni”.

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