Verona per il Milan ha un solo aggettivo: fatale. La storia rossonera racconta di due scudetti persi in quella città, nel 1973 e nel 1990. Nel 1973 c’era anche Gianni Rivera, icona del calcio italiano e storico calciatore rossonero, che rivive quella partita nelle pagine del libro autobiografico Gianni Rivera: autobiografia di un campione (Marconi Productions): “Se ci avessero concesso il posticipo che avevamo chiesto, quella partita l’avremmo vinta. Eravamo reduci della vittoria della Coppa delle Coppe nella finale di Salonicco contro il Leeds. Tutti ripetevano – Non Preoccupatevi, tanto vincete – invece sappiamo tutti come finì. Sarebbe bastato un pò di riposo in più. Una settimana dopo vincemmo la Coppa Italia disputando supplementari e rigori contro la Juventus“.
“Oggi Verona rappresenta un’opportunità per recuperare la situazione. A forza di cambiare allenatore spero che riescano a trovare equilibrio, ma un tecnico deve lavorare almeno un anno“, racconta il Golden boy (soprannome che gli fu coniato perché primo italiano a vincere il pallone d’oro) a Tuttosport. “Nel suo libro Gigi Garzanti ha reso bene il personaggio di Nereo Rocco perché l’ha vissuto, spesso trovo frasi che lui non ha mai pronunciato per esempio: Colpisci tutto ciò che si muove a pelo d’erba, se il pallone meglio, non l’ha mai detta“. Sulla sua amicizia con Oreste del Buono: “Ci presentò la casa editrice, Oreste era un grande tifoso del Milan e nacque così una bella amicizia. Capiva anche di calcio, per questo non ha fatto il giornalista sportivo“. Sulla sua autobiografia: “Ho iniziato a buttare giù le idee quando i computer non esistevano ancora, ci sono più di mille immagini nel libro. L’ho autoprodotto insieme a mia moglie e l’abbiamo distribuito on line perché nessuna casa editrice si sarebbe sobbarcata un simile lavoro“.
Sul duopolio Messi–Ronaldo nella corsa al pallone d’oro: “Nessuno può inserirsi tra Messi e Cristiano Ronaldo. Qualche tempo fa poteva farlo Ibrahimovic, ma serve una squadra che vinca tanto in ambito internazionale, non bastano le doti personali“. Sulla candidatura di Roma per le olimpiadi del 2024: “Questa volta ci sono tutte le carte in regola per ripetere l’esperienza del 1960. C’è unità e non rivalità con altre città come Milano e Venezia come successo in passato. Roma è la sede ideale per ospitare un’olimpiade in Italia“.