Rilanciare il Milan con i bad boys: la missione di mister Brocchi

Ci sono voluti solo dieci giorni per capire di che pasta è fatto Christian Brocchi. Non è per nulla facile infatti succedere ad uno che, già da quando faceva il calciatore, è considerato un sergente di ferro; ma il neo allenatore rossonero, così come Téa Leoni in un famoso film del 1995, sta dimostrando di non essere da meno. Brocchi, a quanto pare, ci sa fare con i bad boys e infatti, sfruttando l’esperienza con i ragazzi della Primavera milanista, sta provando sin da subito a valorizzare chi, per vari motivi, fino ad ora ha faticato a raggiungere quella maturità calcistica fondamentale per compiere il cosiddetto salto di qualità. E così, dopo quella della riconferma di Mario Balotelli dal primo minuto, ieri anche la notizia di Boateng titolare contro il Carpi.

Ma come, proprio quei due che fino a poche settimane fa erano stati considerati fallimenti, già con le valige in mano? Brocchi è sì un neofita, ma non un pazzo. Ciò lascia pensare che sia Super Mario, sia Kevin Prince, abbiano bisogno delle giuste motivazioni che, magari, con Sinisa Mihajlovic faticavano ad emergere. Il numero 45 rossonero sembra le stia trovando da subito. Anche se, bisogna dire la verità, già contro la Juventus ha dimostrato grande grinta e sacrificio, doti che non aveva ancora espresso in carriera. Ma non si può negare che soprattutto contro la Sampdoria ha messo in evidenza un’insolita maturità, aiutando tutta la squadra nel finale ed evitando anche di cadere nelle consuete provocazioni avversarie. Ora tocca a Boateng. L’ex Schalke, gol contro la Fiorentina a parte, nei quattro mesi di rossonero ha dimostrato solo scarsa condizione fisica, combinando davvero poco nei minuti, quasi sempre quelli finali, che gli sono stati concessi dall’ex tecnico serbo.

Contro il Carpi mister Brocchi, anche grazie alle assenze di Kucka, squalificato, e di Bertolacci, infortunato, che fanno sì che Bonaventura venga abbassato nei tre di centrocampo, ha scelto proprio lui per la trequarti, preferendolo in ogni caso a Keisuke Honda, un irrimovibile di Miha. Stasera quindi la prova del nove. E se parliamo, ovviamente giocando, di ragazzacci, non possiamo non menzionare il nome di Jeremy Menez. Il francese, che rifiutandosi di entrare nel finale contro la Lazio si era guadagnato un posticino nel libro nero di Sinisa, con il nuovo allenatore milanista ha la possibilità di rilanciarsi e guadagnare pian piano uno spazietto negli undici titolari: non dimentichiamo infatti che fino ad ora il Milan ha giocato con in panchina una riserva da 16 gol stagionali.

 

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