La volontà di Berlusconi di creare un ItalMilan è un progetto ambizioso, probabilmente anche a basso costo ma forse irrealizzabile per tornare ad essere competitivi e vincenti. Nella storia c’è sempre stato un blocco azzurro all’interno dello spogliatoio, ma i grandi successi sono arrivati grazie all’apporto essenziale degli stranieri, ricorda Tuttosport, per far compiere il salto di qualità ad un gruppo forte, coeso e molto attaccato ai valori di quella maglia.
Da Rijkaard, Gullit e Van Basten nel Diavolo di Sacchi e dei Baresi, Maldini e Donadoni; ai Shevchenko, Dida, Kakà e Seedorf nelle Champions del 2003 e del 2007, insieme agli Inzaghi, Pirlo, Nesta, Gattuso e Ambrosini. O lo scudetto del 2011, firmato Ibrahimovic, Robinho e Pato (42 gol complessivi in una stagione, 14 a testa). Oppure la Supercoppa a Pechino, decisa da Boateng. Adesso giocatori nostrani del genere non ce ne sono più in rossonero, ma la società starebbe creando un nuovo blocco per ricreare una base solida in termini di appartenenza. L’attuale crisi sportiva ha una genesi ben precisa: il secondo semestre del 2012. Prima il fallimento dell’affare Pato-Tevez, poi la doppia cessione Ibra-Thiago Silva per motivi di bilancio. Uno squarcio ancora presente e incolmabile.
This post was last modified on 19 Aprile 2016 - 16:35