Qualche sussulto d’orgoglio c’è, ma annega fra passati prossimi e condizionali: “Abbiamo provato di tutto”, “pensavo che avremmo svoltato”. La conferenza della vigilia di Mihajlovic, ieri a Milanello prima della Juve, è sembrata quasi testamentaria: come se anche il Grande Combattente si stesse ormai rendendo conto che le probabilità di restare al posto di comando la prossima stagione sono già state ormai cancellate dalla cortina di freddezza messa in atto da Berlusconi (atteso a San Siro).
Un fatalismo-realismo perfettamente rappresentato da questa frase: “Se faccio schifo nelle prossime partite, naturale cambiarmi”. E a cui si aggiunge un evidente e comprensibile logorio: “Un anno qui come cinque altrove…”. Basta questo, ovvero la pesantezza del presente e la marea di colpe da dividere – nella stessa misura – fra società, giocatori e allenatore. Parole che arrivano dopo la settimana di “clausura”, ricorda La Gazzetta dello Sport, ultima spiaggia per provare a riannodare i fili di un gruppo nuovamente smarrito. Servirà la reazione massima contro l’avversario più forte del campionato e nel momento rossonero più difficile. Ci si può aggrappare alle ottime prestazioni del 2016 con le grandi: Roma (pareggio), Fiorentina (vittoria), Inter (vittoria) e Napoli (pareggio). Oppure Sinisa può aggrapparsi a Balotelli, che farà il titolare e guarda a caso ha lo stesso destino del serbo: giocarsi la permanenza fino a maggio.
Chissà se l’ex Liverpool sarà in grado di fare la differenza stasera e magari di avvitare la panchina del mister. Che prova a vestire ancora i panni del motivatore quando però il tempo sta finendo. Dipende dalla rosa, dalle risposte generali e le prove dei singoli.
This post was last modified on 9 Aprile 2016 - 13:47