Tredici ore, da quando ha preso in mano il Milan. Questo è il poco tempo che Brocchi ha passato a lavorare sul campo insieme ai giocatori. I miracoli, dunque, non si possono fare, ma oggi devono bastare per produrre subito qualche risultato convincente e soprattutto per fare giocare meglio la squadra. Dopo lo studio del possesso palla, nei giorni scorsi a Milanello si è posta grande attenzione alla fase di finalizzazione.
E sarà Menez uno dei primi a dimostrare obbligatoriamente di aver capito gli ordini e di voler svolgere i compiti di Brocchi; in attacco anche Honda e Bacca. Il francese è già stato titolare a Verona ma con il Chievo: finì 0-0 e contestò il cambio, ricorda La Gazzetta dello Sport. Non segna in Serie A da 387 giorni, più di un anno (a Palermo), e si conviene da soli che la stagione ancora in corso è proprio da dimenticare per l’ex goleador di Inzaghi: la lunga assenza per l’infortunio alla schiena, il faticoso recupero, la difficoltà nel raggiungere una condizione adeguata, l’incertezza sul futuro. Complicato capire cosa combinerà quando scende in campo, però l’allenatore è fiducioso. Jeremy l’individualista ha bisogno di imparare a stare nel gruppo e a muoversi con i compagni nel 4-3-1-2. Da falso nove aveva quella libertà d’azione che adesso non c’è: quindi è necessario inventarsi qualcosa di diverso per far emergere in modo significativo il suo talento, nettamente superiore al resto dei compagni.
Cristian ha coraggio nel prendersi una responsabilità del genere così importante quando non esistono grossi margini di errore: il 7 rossonero, se positivo e decisivo, sarebbe preziosissimo in fase di conferma del nuovo mister.