Il D-Day è arrivato. Dopo una settimana di ritiro a Milanello, è tempo di Milan-Juventus. Il big match della 32^ giornata di Serie A, importante per ipotecare (o magari riaprire) la corsa Scudetto, ma decisivo anche per Mihajlovic e per il suo futuro sulla panchina rossonera. Perdere malamente contro la Vecchia Signora, nonostante un finale di campionato e una Coppa Italia ancora tutti da giocare, potrebbe costare al serbo un clamoroso esonero a stagione in corso: fare risultato, o perlomeno non sfigurare al cospetto dei quattro volte Campioni d’Italia, è un obbligo assoluto. Anche per prendere le misure in vista del 21 maggio, quando i torinesi saranno l’avversario finale nell’ultimo atto della Tim Cup: l’unico, vero e cruciale obiettivo di tutta l’annata milanista.
Il Diavolo, tuttavia, avrà di fronte un osso davvero duro. Ci sono pochi dubbi: la Juventus di Allegri 2015/2016 è una squadra straordinaria, completa, rodata. In una parola: dominante in tutto e per tutto. Solida difensivamente quanto varia e letale in fase di proposizione, i bianconeri sono un mix perfetto di campioni esperti e talenti in ascesa, uniti da un’invidiabile coesione e da una voglia di sacrificarsi l’uno per l’altro. La fase difensiva, in virtù di questa “devozione” unanime nei confronti del gruppo, è probabilmente il maggior punto di forza: tutti e undici i calciatori partecipano attivamente alla fase di non possesso, rendendo difficile anche solo concludere verso la porta. Il 3-5-2 del livornese, evoluzione di quello di Conte, è una macchina (quasi) perfetta.
Mihajlovic avrà parecchi pericoli da cui guardarsi. Innanzitutto, come detto, dovrà temere l’incredibile unione e l’equilibrio mentale dell’undici juventino: gli uomini di Allegri, in Italia, non “toppano” praticamente mai nell’atteggiamento e nello spirito. Cattiveria e concentrazione che giovano al collaudatissimo e granitico trio difensivo davanti a Buffon: l’assenza dell’infortunato Chiellini, sostituito da Rugani, non peserà più di tanto, anche in virtù del clamoroso strapotere atletico della mediana bianconera. La chiave tattica della gara sarà proprio a centrocampo: se il Milan non riuscirà a opporre resistenza alle testa, alle geometrie e ai muscoli di Marchisio e Pogba sarà dura uscire indenni. Attenzione, infine, ai cambi in corsa: i solisti in panchina come Zaza e Cuadrado potranno spaccare la gara con una giocata agli sgoccioli del match.