“Metto sempre il 100%, sono a disposizione. Sono stato rispolverato da Brocchi ma non voglio creare polemiche con Mihajlovic. Spero di fare il 50% della carriera che ha fatto il mister”. Parole e musica firmate da José Agustin Mauri, talento ancora diciannovenne ma con carisma, voglia, fame e stigmate da possibile e futuro leader.
Iniziamo mettendo le cose in chiaro, stabilendo subito che non si tratta del solito elogio standard post partita del giocatore che ha saputo spezzare la mediocrità, della consueta e affannosa ricerca di idoli a cui aggrapparsi; bensì una lucida e razionale valutazione dell’operato sul terreno di gioco.
Non stiamo certamente discutendo di un talento cristallino ed ineccepibile, questo è chiaro, ma il ragazzo con la 4 sulle spalle, visto nel centro di San Siro, è esattamente ciò che manca a questa squadra: energia continua e dinamismo costante. Con l’assenza di Kucka, una mediana priva delle doti dello slovacco non poteva che schiantarsi contro il muro di 10 uomini, con saltuarie partecipazioni di Mbakogu, eretto sapientemente da Castori. Il nativo di Realicò, subentrando ad un fumoso Boateng, ha reso quasi stupefacente la normalità: voglia, corsa, aggressività, inserimenti senza palla. Strano a dirsi, lasciare il segno mettendo in vetrina l’abc per un centrocampista.
In un serata non indimenticabile per gli esteti del pallone, i poco più di 28mila presenti al Meazza avranno quantomeno apprezzato quella garra e quell’orgoglio di urlare all’universo milanista: “Io ci sono”. Mister Brocchi lo aveva elogiato in conferenza stampa, la fiducia pare essere ben riposta.
Spaziando dalla sfera emotiva a quella della fredda statistica, l’ex Parma non tradisce. Alla seconda presenza stagionale in Serie A, 33’ complessivi, la performance è apparsa più che sufficiente in entrambe le fasi. Svincolato dall’arduo compito di impostare una manovra decisamente statica, il naturalizzato italiano ha potuto concentrarsi sui movimenti senza palla, i rifornimenti per le corsie esterne e i tamponamenti immediati in caso di errori nel giropalla. Tralasciando le due occasioni create entrambe di testa e il gol giustamente annullato, con l’88% di passaggi completati (24/26) e il 67% di contrasti vinti José ha portato la giusta scintilla nella zona nevralgica della campo. Nonostante questo, l’encefalogramma della sfida è rimasto piatto ma cuore e numeri del classe ’96 lasciano ben sperare.