Un anno dopo e ci risiamo. Come scrive La Gazzetta dello Sport, le similitudini che il Milan sta vivendo dopo un anno sono impressionanti: ritiro punitivo perché la squadra è senza gioco né anima. A Milanello non è che si stia poi così male: stanze all’avanguardia, tecnologia top, cucina eccellente e tutti i confort, ma stare una settimana senza ipoteticamente contatti con l’esterno non è il massimo, né per i giocatori né per le famiglie, come fatto notare in un tweeet dalla moglie di Diego Lopez.
Milanello da cinquant’anni ospita il Milan, e la storia che lo accompagna è piena di aneddoti: Boban e Seba Rossi erano, per esempio, i maghi del biliardo; si va da Hateley che sfondava le porte quando perdeva a Rijkaard che di nascosto andava a mangiare cioccolata in cucina. Liedholm era ossessionato dal numero cinque e da allora la stanza con quel numero è rigorosamente dell’allenatore. Il canto dei cigni del laghetto era segno di presagio funesto, e subito si correva ai ripari. Sheva e Inzaghi avevano difficoltà a prendere sonno, forse per i rumori notturni che si udivano nel centro sportivo; questi rumori convinsero, durante la guida di Capello, che Milanello fosse abitata dai fantasmi: sicuramente quei fantasmi non c’erano, quelli che oggi aleggiano sopra il Milan invece, fanno paura.
This post was last modified on 5 Aprile 2016 - 11:23