Troppo pochi 94 giorni per uno che, secondo Berlusconi, doveva risollevare le sorti del Milan e fare da spartiacque con il recente e deludente passato. “Mihajlovic ha personalità, sa guidare il gruppo e poi insegnerà finalmente ai nostri giocatori come si battono le punizioni”, diceva il presidente rossonero nei primi giorni dell’era Miha.
Da ottobre, appunto, sono iniziati i problemi. Berlusconi ha cominciato a mugugnare, per un gioco al di sotto delle sue aspettative e per alcune prestazioni (bisogna dirlo) imbarazzanti. Ma, scrive La Gazzetta dello Sport, il presidente pretendeva un tiki taka che il Milan non era in grado di sostenere per due motivi: sia perché il serbo è un tecnico più pratico che estetico; sia perché la squadra non ha i mezzi tecnici per praticare un gioco spettacolare. Si doveva, quindi, in fase di programmazione estiva, adeguare le scelte ai desideri della società, senza poi chiedere le stelle a chi sarebbe stato messo al timone.
La frustrazione, si sa, genera malumori difficili da contenere. Così, sono arrivate le prime punzecchiature, prima filtrate tra le mura di Arcore, poi dirette e pubbliche, sempre più insistenti e pesanti. E Mihajlovic? Il serbo non è uno di quelli che abbassa la china ma, anzi, ha spesso reagito rispondendo a tono al suo presidente. Battibecchi a distanza che hanno allontanato sempre più le due parti in causa. Finché la crepa è diventata voragine. E ha risucchiato Sinisa Mihajlovic.
This post was last modified on 12 Aprile 2016 - 11:13