Un esonero lampo, di quelli incontrovertibili, di stampo zampariniano. Perché è vero che i risultati che Sinisa Mihajlovic stava portando nella cassa rossonera erano leggermente al di sotto delle aspettative, ma con sei giornate di campionato ancora da disputare, una finale di Coppa Italia raggiunta con destrezza e un piazzamento europeo non scivolato via del tutto, allontanare l’allenatore è sembrato francamente una presa di posizione fuori dai canoni del Milan.
C’è poi un’interpretazione maligna ma nemmeno tanto distante dal possibile che trapela dagli umori rossoneri dell’ultimo periodo. Forse Mihajlovic ha pagato a caro prezzo l’approdo in finale di Coppa Italia: dando per scontato l’esonero del serbo a fine stagione, sarebbe apparso impopolare per la società mandar via un allenatore dopo che abbia portato un trofeo in bacheca, suscitando le ire di squadra, che si è sempre professata dalla parte di Sinisa, e tifosi, che col tempo stavano cominciando ad apprezzare il lavoro svolto dall’ormai ex-allenatore del Milan. Tifare per la sconfitta del Milan in una finale non ci si riesce proprio e allora ecco il tutto per tutto giocato da Berlusconi con un mese abbondante d’anticipo per aver il tempo poi di mitigare le critiche che comunque sarebbero arrivate a fine maggio: sarà stata la scelta giusta per questo Milan abbandonato?
This post was last modified on 12 Aprile 2016 - 21:26