Cosa può dare ancora questa stagione ai tifosi e a tutto l’ambiente rossonero? Una pausa pasquale non è bastata per smaltire un po’ la rabbia di aver ridimensionato inesorabilmente una stagione che poteva prendere pieghe diverse, migliori, ma che, dopo i miseri due punti conquistati tra Sassuolo, Chievo e Lazio, in quello che doveva essere l’ennesimo momento della svolta definitiva, della prova del nove, lascia ancora una volta l’amaro in bocca, la sensazione che gennaio e febbraio abbiano solo illuso un po’ e nient’altro l’animo del tifoso rossonero che ancora riesce a crederci.
Domani si torna in campo a Bergamo contro l’Atalanta, ma ripensando a dove eravamo rimasti, non battere quella Lazio, presa in giro perfino dai cechi all’Olimpico nella disfatta di Europa League, è stato l’ennesimo indizio che a questo punto certifica la prova. Il Milan ha fatto un piccolo passo avanti rispetto a un anno fa, forse due passetti se guardiamo la classifica, ma la realtà è che di strada da fare per tornare almeno sul podio ce n’è ancora tantissima. E non è che questo sia esattamente un campionato stellare.
La Lazio come l’Udinese, il Verona e potrei andare avanti ancora. Vittorie casalinghe buttate via, un patrimonio di punti scialacquato come nemmeno le mani più bucate in circolazione. E alla fine questo è quello che ci si merita. Duellare, si fa per dire, con il Sassuolo per quel sesto posto che vale la qualificazione ad una Coppa in cui far giocare le riserve il giovedì. Ci eravamo illusi per un breve periodo, la squadra pareva aver preso la spinta giusta. Poi un infortunio, una squalifica, un incidente, scarse rotazioni e risultati che non arrivano più.
E se non si riesce a tenere botta giocando una sola volta a settimana (coppa Italia esclusa), dove si pensa di andare se caso mai dovesse arrivare la qualificazione alla Coppetta? In realtà ancora si potrebbe dare un minimo senso a questo campionato se solo si riuscisse a sfruttare bene il calendario. E a questo punto vien da dire, benedetta pausa pasquale, ma sarà davvero servita? Chissà che giocando dopo quindici giorni non tornino le forze? Eppure il pensiero del tifoso milanista medio, ormai è solo orientato verso quel 21 maggio, quella finale contro la Juve che non varrà quello che valeva nel 2003, ma che potrebbe renderci finalmente orgogliosi (per un po’) di essere rossoneri nell’anima.