Chiaro è che una rivoluzione di tale portata potrebbe essere davvero sconvolgente per tutto l’ambiente rossonero, ma anche per quel che riguarda il Mondo del calcio in generale, italiano e non. Ieri pomeriggio, intanto, c’è stato un altro momento di per sé storico per il club. Si è tenuta, infatti, un’infuocata assemblea degli azionisti nella quale alcuni soci di minoranza hanno chiesto le dimissioni di Galliani e a Berlusconi di vendere il club per rilanciare il marchio A.C. Milan, stanchi del crollo verticale che tale marchio ha subito negli ultimi cinque anni. Si è criticata apertamente la gestione della squadra negli ultimi anni, i continui cambi di allenatori, i mercati fallimentari, la perdita dell’identità Milan che era il marchio indelebile, capace di rendere orgogliosi milioni di milanisti in giro per il Mondo.
Ora tutto questo non c’è più e durante l’assemblea è stato ricordato come le continue perdite economiche ed il buco di quasi 90 milioni di euro coincide con le continue figuracce in campo sportivo. Una situazione insostenibile che per la prima volta ha fatto chiedere apertamente ad alcuni azionisti le dimissioni di Galliani e la cessione del club. La sospensione del Cda per un’ora e mezza, le difficoltà di Galliani, le domande incombenti, la proposta di affidare il Consiglio di Amministrazione a Rivera, Maldini, Albertini, Boban e Seedorf, alcuni di quei giocatori che hanno fatto la storia del Diavolo: tutti elementi che fanno capire che si è di fronte ad un palcoscenico diverso, a qualcosa che potrebbe davvero cambiare per sempre la storia del Milan.
Tutto questo mentre monta sempre più incalzante la rabbia dei tifosi che, tra i vari blog, pagine e luoghi di incontro virtuali, si stanno organizzando per inscenare la protesta più grossa della storia del Milan. Dall’esonero di Mihajlovic in poi è stato tutto un precipitarsi di una situazione già abbastanza complicata. Ormai è chiaro, il tifoso rossonero e l’ambiente milanista non vuole più la famiglia Berlusconi al centro del progetto per la quale è arrivato inesorabile il momento della sentenza. Un’epopea maestosa, straordinaria, irripetibile, ma ormai conclusa e tristemente rovinata dal delirio finale di onnipotenza e di stanchezza biologica. Ormai su questa gestione stanno scorrendo i titoli di coda e tutti sperano che si arrivi al “The End” il prima possibile. Per tornare a parlare di moduli, di filosofia di gioco, di giocatori, ma soprattutto di squadra perché, purtroppo, questa non è una squadra.
This post was last modified on 29 Aprile 2016 - 13:58