Queste l’intervista integrale di Gigio Donnarumma al Corriere dello Sport e a La Stampa, alla vigilia di Milan-Juve.
Sull’interesse (e le offerte?) dei grandi club europei: “Chi l’avrebbe mai detto: mi sembra di essere un calciatore de fantacalcio… Non sono certo appagato, offe, non ho ancora dimostrato nulla. Quando vengono accostate certe cifre al mio nome mi chiedo: ma sono veramente io? Una sensazione davvero bellissima“.
Sulla Juve: “Servirà un Milan unito, dovremo lottare su ogni pallone. Dobbiamo vincere, non c’è altro risultato a nostra disposizione“.
Sulla finale di Coppa Italia: “Mi piacerebbe giocarla da titolare, ma la decisione spetta al mister“.
Su Mihajlovic: “Lo ringrazierò per sempre, al mio esordio pensavo solo alla prestazione. Non ho mai avuto paura di ‘bruciarmi’, anche perché tutto mi hanno aiutato“.
Il primo pallone toccato: “Su un campo di motocross. Un po’ faticoso e duro, ma mi è servito anche questo. In realtà nelle partitine mi schieravano soprattutto come centravanti, considerata l’altezza. A 9 anni sfidavo quelli di 13, era difficile accorgersi della differenza“.
Sul fratello Antonio: “Ho iniziato a mettermi in porta e tifare Milan perché vedevo lui. Quando andava alla scuola calcio lo seguivo sempre. Quando se n’è andato di casa avevo 5 anni volevo raggiungere, per questo ho cominciato a giocare a pallone. Ci sentiamo tutti i giorni, prima delle gare mi dice determinate cose per sdrammatizzare. Speriamo di rivederci, di ritornare insieme (Al Milan, ndr)“.
Serie A: “Non ho mai pensato di arrivare fin qui così presto: lo sognavo ma non ci volevo credere. Quando mi hanno aggregato alla Prima squadra ho continuato sognare, però ad occhi aperti“.
La vita a Milanello: “Io ci sto alla grande, anche perché mi alleno benissimo e mi diverto. Noi portieri, anche quelli più giovani, lavoriamo insieme: Alfredo Magni e Giorgio Bianchi stanno facendo un ottimo lavoro. E per quanto mi riguarda anche Abate, Fiori, Pinato e Ragno, seguendomi nel vivaio rossonero“.
Il pregio: “Cerco di rimanere sempre tranquillo, anche nelle situazioni più critiche. Ma a scuola sudavo anche senza allenarmi“.
Gli esempi fra i pali: “Abbiati e Diego Lopez mi stanno aiutando tantissimo. Buffon e Neuer gli idoli di riferimento“.
I più pericolosi bomber affrontati: “Dybala e Eder quando era alla Samp. Higuain non mi ha fatto gol, ma deve prestare massima attenzione ogni volta che ha la palla fra i piedi“.
Lavoro specifico: “Non studio più di tanto gli avversari guardando i video, durante il riscaldamento facciamo degli esercizi specifici per l’occasione. Rigori e punizioni? Curo i dettagli e voglio migliorare“.
Sul recordi di Buffon (tolto a Sebastiano Rossi): “Mi sono emozionato anche io quando è diventato il numero 1 pure di questa classifica. Esemplare“.
Poster: “Solo calcio, ne è piena la casa di famiglia a Pompei. I miei preferiti sono quelli di Dida e Abbiati. Poi l’orologio di Kakà, cuscini a volontà“.
Infine: “Orecchini? Mio padre mi ammazza! Lui ha fatto il falegname, ho tentato di imparare ma non distinguevo una vite da un chiodo. Il mio regalo per i 18 anni? La patente? Cosa faccio la sera? Quando accendo la Tv e vede le partite del Milan, mi chiedo se quello in porta sono davvero io…“.