Da Verona a Verona, si chiude il cerchio José Mauri

13 marzo 2016, Chievo-Milan, 5 minuti in campo, delusione, poche parole e tanta rabbia agonistica. Un mese e dodici giorni dopo sembra essersi ribaltato l’universo di José Mauri: gestione tecnica diversa, modulo diverso, considerazione diversa, impatto diverso e una nuova grande (possibile) novità come l’esordio dal primo minuto. Ancora a Verona.

Il talento italo-argentino, racconta la Gazzetta dello Sport, già godeva delle attenzioni e della stima del neo mister Brocchi -“alla sua età non ero così forte”-, dopo la mezzora impattante contro il Carpi sono arrivati anche i complimenti di stampa e televisioni. Nulla di trascendentale, sia chiaro, ma una capacità di elettrizzare la mediana e di accendere lo spirito dei compagni sul terreno di gioco. Il Milan aveva creduto in lui nella scorsa estate, bruciando la concorrenza di Juventus e Roma, per poi proseguire anche nella sessione invernale, rimandando al mittente le offerte per il centrocampista.

José Mauri

Il classe 96’, anche nei giorni più difficili, non ha mai smesso di allenarsi seriamente e di credere nei propri mezzi con la convinzione che il lavoro paghi. Ed in uno strano miscuglio di incroci ed intrecci, spiega la Rosea, la stagione e, perché no, la carriera del Jefecito potrebbe vedere la luce al Bentegodi: lo stadio del suo debutto rossonero e della consacrazione da top di quel tecnico che tanto lo stima, proprio Cristian Brocchi.

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