Nell’assemblea dei soci, andata in scena ieri a Casa Milan, si è assistito ad un vero e proprio “attacco al potere”. Così Il Corriere dello Sport di oggi definisce la manovra dell’associazione dei piccoli azionisti, lo 0,04% del Milan, messa in scena durante l’incontro. Interventi mirati, studiati e specifici, finalizzati tutti a mettere in difficoltà chi dirige la società rossonera, ieri rappresentata da Galliani.
Le richieste sono state le più disparate: i benefici reali di Casa Milan; il costo effettivo del contenzioso con Milano Fiera per l’abbandono del progetto stadio; delucidazioni sulle pese per i mediatori Fifa. Si sono anche chieste spiegazioni sul tracollo degli ultimi anni indicando come colpevoli non gli allenatori che si sono susseguiti sulla panchina, bensì Galliani e Berlusconi. A tal proposito l’ad è stato invitato a dimettersi, ed alla società è stata espressa la necessità di una maggiore trasparenza nel bilancio: meno chiaro rispetto a quello di altre squadre prese come esempio.
Dopo una pausa di 90 minuti, tempo necessario per preparare le risposte, Galliani ha ripreso l’assemblea cercando di fornire una replica rassicurante. I risultati non sono stati positivi. Bilancio approvato, con il voto contrario dei piccoli azionisti; Fininvest ha ripianato completamente i circa 90 milioni di passivo e nuovo CdA nominato con 7 membri invece di 9. Da sottolineare, infine, la proposta dei piccoli azionisti di un consiglio formato da ex giocatori: Boban, Rivera, Maldini, Seedorf ed altri. Proposta chiaramente non accolta.