Nuovo mister, nuove gerarchie. L’avvento di Brocchi, e il conseguente ritorno al 4-3-1-2, ha già mietuto una “vittima” eccellente. Stasera, contro la Sampdoria, non ci sarà spazio per Keisuke Honda: il giapponese si accomoderà in panchina, lasciando spazio in mediana al rombo Kucka-Montolivo-Bertolacci-Bonaventura. L’addio al 4-4-2, con Jack prima scelta per il ruolo di mezzapunta, lo penalizza notevolmente: neanche una stagione nel complesso positiva, con più alti che bassi, vale la conferma tra i titolari di chi, per Sinisa, era uno dei pretoriani più fidati. Da titolare e “centro” del progetto tecnico a riserva: la scelta di Berlusconi di cambiare mister, almeno inizialmente, non gioverà al volenteroso e dedito nipponico.
Un dato importante: Brocchi non coltiva dubbi o remore di alcun tipo nei confronti di Honda. Anzi, ne ha elogiato le qualità, confessando che potrà essere utile sia da trequartista sia da esterno destro. Il 4-3-1-2 iniziale, nelle idee del tecnico rossonero, potrà allargarsi e mutare in un 4-3-3 perfetto per le caratteristiche del giapponese. Che, comunque, ha nelle corde anche la classica posizione del trequartista alle spalle di una o due punte: un ruolo già ricoperto in passato, con scarso successo in rossonero e con esiti decisamente più positivi nel VVV-Venlo, nel CSKA Mosca e nella Nazionale. Ma il vertice alto del rombo, almeno inizialmente, è territorio di Jack Bonaventura. Senza contare anche le idee Boateng e Menez, con l’ipotesi del francese dietro Bacca-Balotelli per un Milan ultra offensivo.
Honda, in ogni caso, parte in posizione defilata. Gli spazi si sono ridotti drasticamente rispetto alla gestione Mihajlovic: un’eventualità che, a -6 giornate dalla fine della Serie A e con la finale di Coppa Italia, potrebbe spingere la società e il giocatore a riflettere sul futuro. È ancora troppo presto per ipotizzare o paventare l’addio del Samurai, ma una cessione, in mancanza di spazi, non appare un’eventualità impossibile o remota. Gli estimatori, soprattutto in Premier League, non mancano. Ma una cosa è certa: Brocchi, così come i predecessori Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic, imparerà ad apprezzarlo per il professionismo, per l’attaccamento alla maglia e per l’intelligenza tattica. Qualità che lo rendono un giocatore affidabile, che tutti gli allenatori vorrebbero avere. Brocchi compreso.