Come se non bastasse l’umiliazione di un esonero a sei giornate dalla fine del campionato con una finale di Coppa Italia da giocare, ieri il Presidente Silvio Berlusconi ha voluto infierire sulla dignità di Sinisa Mihajlovic, affidando alla propria pagina Facebook il suo pensiero su come quello del serbo sia stato, a suo dire, il Milan più brutto, a livello di gioco, della sua gestione. Ancora una caduta di stile non indifferente che fa il paio con le tante che si sono susseguite nelle ultime stagioni. Tutto ciò a dimostrazione del fatto che il Milan, oltre ad aver perso prestigio e lustro a livello di risultati, continua a perdere colpi anche nello stile e non è più la società seria, credibile, quella che, fino a qualche anno fa, rappresentava il modello da seguire per tutte le altre.
Così, Sinisa Mihajlovic ha dovuto mandar giù un altro boccone amaro, quello della denigrazione in pubblico, affidata ad un social, dopo quelli già durissimi di non potersi giocare una Finale da lui conquistata e di non poter guidare fino alla fine un gruppo da lui plasmato e fatto crescere. Per giustificare ai tifosi inferociti l’esonero balordo, soprattutto nelle modalità e nei tempi, il Presidente Berlusconi ha dunque parlato di un Milan brutto che giocava male e che non era mai stato così brutto durante le stagioni della sua presidenza. Un’idea che appare assai discutibile e che noi ci sentiamo di non condividere per nulla. In realtà il Milan di Mihajlovic non ha mai espresso un bel calcio, ma il tecnico serbo non è mai stato famoso per dare un gioco armonioso alle sue squadre.
Senza tornare troppo indietro, però, il tifoso del Milan non può dimenticare la sconcertante squadra vista nella passata stagione, quella di Pippo Inzaghi che soffriva contro tutti e veniva dominata dalle squadre più forti. La rosa a disposizione da Mihajlovic era leggermente più forte, certo, ma è anche vero che il Diavolo, soprattutto tra gennaio e febbraio, ha giocato alcune partite più che dignitose e ha sempre dato l’impressione di essere una squadra che lottava e che aveva un’anima. Purtroppo, però, non giocava come voleva il suo Presidente, né come modulo, né come uomini, e questo è, senza ombra di dubbio, il motivo di tanta ingratitudine verso l’operato dell’ormai ex allenatore del Milan.